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Capizzi, 16enne ucciso per errore, il vero obiettivo: “Fratelli Filaro fissati che mi dovevano sparare”

Nella cittadina siciliana molti raccontano che il presunto omicida del ragazzo di 16 anni, Giacomo Frasconà Filaro, fermato col padre e il fratello minore, girava armato. Intanto spunta il reale obiettivo del killer secondo il quale i due fratelli lo avevano minacciato dopo una lite. Lo stesso sindaco ha rivelato che due giorni prima dell’omicidio la famiglia del ventenne era stata sottoposta a controlli perché sospettata di possedere armi.
A cura di Antonio Palma
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Vanno avanti a pieno ritmo le indagini dei carabinieri per ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’assurdo omicidio del 16enne a Capizzi, in provincia di Messina, per il quale sono finiti in carcere il 20enne Giacomo Frasconà Filaro, presunto autore materiale, il padre 48enne e il fratello 18enne, accusati di averlo accompagnato. Gli investigatori stanno ascoltando in queste ore tutti i testimoni della tragedia e visionando anche i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona per cercare di stabilire con esattezza tempi e modalità del delitto. Intanto spunta il reale obiettivo del killer che è uscito illeso dall'agguato al bar sabato sera. L'uomo ha dato al sua versione dei fatti spiegando che i fratelli Filaro, lo avevano minacciato di morte dopo una lite avvenuta il 12 ottobre scorso. Del resto, secondo il sindaco, la famiglia Filaro era già stata sottoposta a controlli per possesso di armi nei giorni precedenti dopo una escalation di episodi violenti.

Il "12 ottobre abbiamo avuto una lite, hanno preso la mia auto a pedate. Avevano questa fissazione che mi dovevano sparare" ha spiegato al Tg1 il vero bersaglio della sparatoria a Capizzi. "Mi avevano detto solo  vieni al cancello… Ma non sono andato perché sapevo che avevano questa pistola" ha spiegato l'uomo dicendosi "dispiaciuto tantissimo" per la famiglia del 16enne ma di sentirsi ora "più al sicuro" dopo l'arresto del ventenne e dei famigliari per i quali spera "rimangano in carcere a vita".

I testimoni: "A Capizzi inesorabile escalation"

Per molti si tratta di una tragedia annunciata vista l’escalation di cui sarebbe stata protagonista la famiglia del 20enne fermato. Molti hanno rivelato che il ventenne girava armato ed era stato già protagonista di altri episodi di minacce. "Conosco la famiglia del presunto omicida, persone con diversi precedenti penali. L'anno scorso alcuni componenti della famiglia sono stati indagati per avere dato fuoco alla caserma dei carabinieri, due giorni fa sono stati sottoposti a controlli perché sospettati di possedere armi" ha raccontato lo stesso sindaco di Capizzi, aggiungendo: “Sono stati sempre un po’ bulli, è stata come una sorta di inesorabile escalation”.

“Non vogliamo che passi come un episodio qualunque. Ci costituiremo parte civile all’esito delle indagini per richiamare l’attenzione sul nostro territorio” ha proseguito il primo cittadino che per il giorno dei funerali del 16enne studente dell'istituto alberghiero di Troina, ha annunciato il lutto cittadino. Dolore e rabbia anche da parte dei familiari del ragazzo. “Nel Paese molti ci hanno detto che sapevano, la giustizia per essere garantista poi forse lo diventa troppo e purtroppo poi possono accadere queste cose” ha dichiarato lo zio del 16enne.

Per il 20enne Giacomo Frasconà Filaro chiesta convalida del fermo

Secondo quanto accertato finora, né il 16enne ucciso con un colpo di pistola alla gola né il 22 ferito alla gamba erano gli obiettivi dell’omicida che invece cercava un altro giovane col quale probabilmente aveva auto un diverbio in precedenza. I tre fermati per ora hanno fatto scena muta davanti agli inquirenti e per loro la procura di Enna, che coordina le indagini, ha chiesto al gip la convalida del fermo.

Si spera nel racconto dei tanti testimoni della scena che avevano già permesso agli inquirenti di individuare in poco tempo il presunto autore del delitto e rintracciarlo a casa sua dove era tornato coi parenti come se nulla fosse accaduto. Molti infatti hanno riconosciuto Giacomo Frasconà Filaro quando è sceso dall’auto in cui vi erano anche il padre e il fratello. Il 20enne quindi avrebbe esploso tre colpi all’indirizzo dei presenti sparando nel mucchio con una pistola illegalmente detenuta e con matricola abrasa poi rinvenuta dagli inquirenti.

"Sono entrati dei ragazzi e hanno detto c'è Filaro con la pistola, ho dovuto subito chiudere" ha raccontato al Rainews anche il gestore del bar dove si è consumato il delitto. “Poteva essere una strage, C'erano bambini, famiglie, ragazzi che chiacchieravano. Tutti hanno iniziato a correre, a gridare, qualcuno si è buttato a terra. Nessuno poteva immaginare che una cosa del genere potesse accadere a Capizzi, qui ci conosciamo tutti" raccontano alcuni testimoni.

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