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Cani come regali di Natale, Enpa spiega perché non è il periodo giusto per adottare un animale

Nel periodo natalizio la richiesta di cuccioli sale del trecento per cento. Spesso però si rivela un scelta poco indovinata sia perché l’animale deve abituarsi, sia perché innesca un meccanismo di sovraffollamento negli allevamenti che vogliono soddisfare l’ingente richiesta.
Giusy D'Angelo
Consigliera nazionale di Enpa ed esperta cinofila
A cura di Antonio Palma
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Con l’arrivo del Natale ogni anno in Italia si registra una impennata di richieste di cani o altri animali domestici, in particolare per quanto riguarda il mercato dei cani di razza. Purtroppo spesso si rivela una scelta poco felice. A ricordarlo è l’Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali che in questo periodo spesso deve far fronte alle sofferenze degli animali costretti a vivere in allevamenti sovraffollati per soddisfare l’ingente richiesta del periodo natalizio.

La ricerca di cuccioli a Natale infatti spesso si rivela poco indovinata sia per le famiglie sia per gli stessi animali perché poco ragionata con conseguente restituzione del cane ma anche perché innesca un meccanismo di sovraffollamento negli allevamenti.

“Nel periodo natalizio la richiesta di cani sale del trecento per cento. Molte famiglie in questo periodo vanno alla ricerca di cagnolini da donare ai figli per Natale ma è un periodo completamente sbagliato, sia per l’inserimento dell’animale sia perché alcuni allevatori aumentano il numero di animali proprio in questi mesi per soddisfare l’ingente richiesta del periodo natalizio” spiega a Fanpage.it Giusy d'Angelo, consigliera nazionale di Enpa ed esperta cinofila, aggiungendo: “Non voglio credere che il cagnolino venga visto ancora oggi come un giocattolo ma credo che il tutto venga vissuto con superficialità, non si valutano tutte le conseguenze dall’avere un animale. Credo sia un problema culturale”.

“Noi non siamo contro i cani di razza o all’allevamento. Ben venga che si prenda in affido un cucciolo anche di razza, ma bisogna prima informarsi della gestione e della nascita dell’animale. È importante capire ad esempio le fattrici e gli stalloni dell’allevamento come vivono. Bisogna preoccuparsi del benessere di questi animali che sono comunque usati per la riproduzione, bisogna chiedere agli allevatori che fine fanno i genitori del cucciolo” ricorda l’esperta Enpa.

“Ai cittadini bisogna ricordare che esiste una professionalità dietro gli allevamenti di cani e dei requisiti legislativi e quindi bisogna rivolgersi a un professionista e informarsi prima su dove andare a trovare il cucciolo idoneo per la propria famiglia e non affidarsi al mercato estero dove spesso le informazioni non sono veritiere”.

Anche per quanto riguarda i randagi in canile o nel rifugio, però, “bisogna ricordare che lo scopo non è quello di togliere un animale per strada e riportarlo entro un canile dopo un anno o due anni, per questo è importante conoscere la personalità e la salute del cucciolo adottato”.

“Il problema non è tanto l’arrivo del cucciolo ma la consapevolezza che il cucciolo diventa adulto. Quando il cane diventa adulto infatti sorgono problemi di gestione che si risolvono con la restituzione del cane in canile” spiega d'Angelo. In definitiva “nel momento in cui decidiamo di adottare un animale come un cucciolo di cane facciamolo solo considerando che ci sono 15 anni avanti a noi, con tutto quello che comporta”.

“A chi cerca di adottare un cucciolo nel periodo natalizio nel nostro rifugio tendiamo a creare un affido nel post Natale, perché è un periodo festivo e non è l’ideale per accogliere un nuovo individuo in famiglia. Un cucciolo o un animale infatti bisogna abituarlo, imparare a conoscerlo mentre capita che in questo periodo lo si lasci a casa per molte ore o con i parenti. Da qui nascono le problematiche”.

Iniziare un percorso a Natale per portarsi poi un cucciolo a casa consapevolmente va bene, ma “la corsa ad esempio ai barboncini sequestrati nei giorni scorsi in un allevamento nel Torinese per avere cucciolo sotto l’albero è un fenomeno invece che va bloccato perché spesso non ragionato”.

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