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Canadair precipitato, il generale Landi spiega cosa è successo e quali sono i rischi per questi voli

La procura di Catania ha aperto un’inchiesta sul Canadair precipitato sull’Etna mentre spegneva un incendio. Il generale dell’Aeronautica Carlo Landi spiega quali sono i rischi per questo tipo di voli e perché vengono compiuti da piloti esperti.
A cura di Chiara Ammendola
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Foto Regione Siciliana
Foto Regione Siciliana

Nel primo pomeriggio di ieri un Canadair 28 dei vigili del fuoco impegnato nelle operazioni di spegnimento di un incendio sul monte Calcinera, è precipitato nella zona di Linguaglossa, paese alle pendici dell'Etna. A bordo i due piloti Roberto Mazzone e Matteo Pozzoli, che risultano ancora dispersi. Secondo una prima ricostruzione sembra che il velivolo dopo aver lanciato dell'acqua sul rogo in corso si sia abbassato, urtando con la carena sul terreno prima di schiantarsi ed esplodere, ma per capire l'esatta dinamica dell'accaduto è necessario attendere le indagini coordinate dalla procura di Catania che ha aperto un'inchiesta e dalla Agenzia Nazionale Sicurezza del Volo che ne aprirà una autonoma.

Al momento non si possono fare ipotesi sull'incidente – spiega a Fanpage.it il generale Carlo Landi, ex comandante del Reparto Sperimentale Volo dell'Aeronautica militare, qualificato investigatore incidenti che ha condotto 160 seminari di sicurezza per piloti civili – quello che possiamo dire però è che questo tipo di voli è rischioso per una serie di motivi tecnici”.

“La missione del pilota antincendi è una missione delicata e complessa da realizzare in sicurezza – continua Landi – per questo i piloti antincendi sono tra i più esperti. Ma la sicurezza del volo, mi preme dirlo, non è una situazione di incidenti zero, si può solo pensare di ridurre gli incidenti al numero minimo accettabile in base al tipo di operazione”.

Generale Landi quello avvenuto ieri è un incidente drammatico
Il primo commento che mi sento di fare riguarda la condanna unanime verso questi piromani: la responsabilità di quanto successo è loro, si tratta di un incendio doloso ed è vergognoso che accadono queste cose. Per quanto riguarda l'incidente in sé invece e le sue cause, al momento non si possono fare ipotesi, anche perché i corpi dei due piloti non sono ancora stati trovati e sarebbe irrispettoso fare congetture ora.

Il generale Carlo Landi
Il generale Carlo Landi

Cosa possiamo ipotizzare con gli elementi che abbiamo finora?
Quello che possiamo dire è che si tratta di un volo veramente rischioso per una serie di motivi tecnici, il primo motivo è che questo tipo di voli è effettuato a bassa quota, e quando parlo di bassa quota intendo quote inferiori anche a quelle dei velivoli militari, i canadair scendono fino a 30/35 metri dal terreno, a seconda del tipo di missione che sono chiamati a fare.

L'altro elemento che rende il volo complicato è il fatto che il 99% delle volte i Canadair sono chiamati a intervenire quando gli incendi avvengono su colline o montagne, ovvero posti non raggiungibili con i mezzi di terra: parliamo di luoghi impervi con dislivelli molto accentuati e questo rende l'intervento ancora più complicato, cosa che è accaduta in questa caso. Si opera vicino a una montagna e quindi l'ipotesi che l'aeroplano possa toccarla è sempre presente. E sono solo la perizia e l'addestramento dei piloti che riescono a limitare questi incidenti.

Quindi i piloti che compiono questo tipo di voli sono tra i più esperti
Certo, e questo ci riporta a un altro elemento che di solito sfugge quando si valutano queste situazioni, ovvero la difficoltà di pianificazione in aeronautica: la velocità e l'evoluzione della singola situazione sono molto rapide, e molto è legato alla pianificazione preventiva che il pilota fa a terra. In casi di in interventi come quelli che fanno i canadair però, la pianificazione è praticamente inesistente, ma non perché non vogliano farla, ma perché è impossibile da fare.

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Il pilota decolla dall'aeroporto in cui è di allarme per il luogo dell'incendio, scende fino a una quota di 1000/2000 metri e poi di lì si prepara a fare l'intervento, ma fino all'ultimo momento non sa come è cambiato e come si è sviluppato l'incendio, non conosce il vento che c'è in quel posto, non conosce le situazioni come temperature e umidità dell'aria, che influiscono sulla condotta della navigazione a bassa quota, e quindi viene a mancare quella panificazione che in altri tipi di voli aiuta moltissimo.

La stessa visibilità può variare a a causa del fumo, un vento che cambia repentinamente può far spostare del fumo che prima non c'era e che quindi rende la visibilità del pilota minima. Da ultimo i piloti agiscono da soli, che per il pilota, dice la sicurezza del volo, è una condizione di maggiore rischio. In caso di voli civili, i piloti viaggiano sempre sotto controllo radar e hanno quindi sempre supporto, se hanno un problema il controllore radar gli dice cosa fare e dove andare in alternativa.

I piloti militari invece hanno 90 su 100 un contatto con delle basi a terra. Il pilota canadair invece arriva e a terra non trova personale formato in questo senso. La missione del pilota antincendi è una missione delicata e complessa da realizzare in sicurezza, per questo i piloti antincendi hanno particolare esperienza.

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Lei conosceva uno dei due piloti: Matteo Pozzoli
Matteo Pozzoli è stato un pilota del reparto sperimentale, ho volato con lui con centinaia di voli. Era un pilota estremamente preparato e e coscienzioso, pianificava tutto prima di alzarsi in volo. Sono molto addolorato per quello che è successo, ma essendo un amico di Matteo mi ripeto che è morto facendo il lavoro che gli piaceva e nel quale aveva raggiunto capacità di altissimo livello.

C'è bisogno di fare qualcosa in più per garantire maggiore sicurezza ai piloti che compiono questo tipo di voli? 
Il lavoro è complicato e difficile, si può sempre fare qualcosa di più. I canadair di ultima generazione comunque sono dotati di crash recorder che sicuramente sarà ritrovato e che ci dirà bene quello che è successo. Quelle che stiamo leggendo ora sono illazioni del tutto infondate e diciamo che le investigazioni sugli incidenti vanno fatte da persone preparate e con i mezzi giusti: va esaminata la vita del velivolo, capire se tutti i sistemi di bordo hanno funzionato.

Va inoltre escluso che, essendo un volo così a bassa quota, può essersi scontrato con dei cavi dei quali non sempre i piloti vengono informati, soprattutto in montagna. Se un aeroplano incontra un cavo d'acciaio, lo trancia ma nel farlo può perdere assetto e traiettoria e quindi anche quello andrà verificato, perché non siamo sicuri che sia del tutto escluso. E la cosa più seria è dire: aspettiamo l'inchiesta e vediamo quello che emerge.

Incidenti di questo tipo sono frequenti?
Il numero di incidenti che vede coinvolti i canadair è un numero che tutto sommato possiamo definire estremamente limitato, il che vuol dire che i piloti sono preparati e tutta l'organizzazione che c'è dietro è preparata a ridurre i rischi. La sicurezza del volo infine, mi preme dirlo, non è una situazione di incidenti zero, ma ridurre gli incidenti al numero minimo accettabile per le operazioni che si fanno, altrimenti non faremmo più operazioni se volessimo incidenti zero.

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