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Caltanissetta, omaggio ad Adnan, ucciso per caporalato: “Vogliamo giustizia”

Una manifestazione silente e composta per rendere omaggio alla vita di Adnan, pakistano ucciso barbaramente lo scorso 3 giugno a coltellate, “eroe dei nostri tempi – dicono i manifestanti” – un ragazzo che è stato in grado di aiutare i suoi connazionali e che ha preso le difese di un gruppo di braccianti vittime di caporalato, accompagnando uno di loro a sporgere denuncia.
A cura di Francesco Bunetto
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Una comunità ancora silente per ciò che ha barbaramente subìto con l'omicidio di Adnan Siddique, giovane pakistano ucciso il 3 giugno a coltellate. Ha preso le difese di un gruppo di braccianti vittime di caporalato, accompagnando uno di loro a sporgere denuncia. La salma del povero Adnan è arrivata alla sua famiglia in Pakistan. A piangerlo sono stati amici, conoscenti e tutta la cittadinanza di Caltanissetta che grida a gran voce Giustizia per Adnan. Per l’omicidio i carabinieri hanno arrestato cinque pakistani, che si trovano in carcere. Un sesto è stato arrestato per favoreggiamento:"Per dare la voce a Adnan che è morto, dobbiamo gridare ancora più forte per lui e per tutti quelli che purtroppo non hanno la forza o il coraggio di denunciare i soprusi"

"Vogliamo giustizia"

Nastri neri sul braccio e sul polso in segno di lutto. Striscioni che gridano giustizia per Adnan. Cuori di carta attaccati sul petto delle persone. E ancora, foto sparse in città del ragazzo pakistano ucciso da 5 suoi connazionali, candeline a terra che formano un cuore a contornare una foto di Adnan. Oltre le 500 persone hanno partecipato alla manifestazione statica, nel rispetto delle norme sul distanziamento sociale, per chiedere giustizia e verità sull'omicidio di Adnan Siddique, cittadino nisseno di origine pakistana, barbaramente ucciso lo scorso 3 giugno. Una omaggio in memoria di Adnan e ad un momento di raccolta spirituale e di preghiera interreligiosa. Visto il grave e preoccupante quadro emerso dalle prime attività d’indagine della Magistratura e delle Forze di Polizia che fanno riferimento al caporalato ed al racket dei braccianti stranieri sfruttati per i lavori agricoli, ambito criminale in cui Adnan avrebbe contribuito ad aiutare i propri connazionali a denunciare gli sfruttatori  la manifestazione è servita per richiamare la società civile nissena a chiedere, con forza, giustizia per Adnan. "Grazie al coraggio e all'audacia di Adnan – ha detto Ilaria Longobardo, volontaria – vogliamo dire a tutti i giovani e a tutti gli adulti di non girarsi dall'altra parte"

"Probabile organizzazione criminale internazionale"

Dobbiamo capire qual è la filiera che porta questi ragazzi pakistani fino a Caltanissetta – ha detto Roberto Gambino, sindaco della città nissena – perché ho avuto la fortuna di parlare con uno di loro e mi ha descritto tutta la sua avventura costata 15 mila euro, neanche tanto poco, dopodiché arrivati a Milano improvvisamente arrivano qui, quindi c'è un'organizzazione internazionale che sicuramente fa questo tipo di lavoro e sicuramente è collegato a livello locale. Non ho nessun dubbio – continua – non è possibile che ci sia una comunità pakistana così folta di persone che poi vengono utilizzati nei campi, per cui da questo punto di vista la città di Caltanissetta chiede di fare la massima luce su questo episodio.

Stiamo intervenendo in maniere molto decisa – conclude il sindaco – sia alle questioni legate al caporalato che lavoro nero, abbiamo chiesto l'intervento della magistratura e fare luce su questa vicenda. Un ragazzo che era regolare, che lavorava qui, messo in regola e dove abbiamo visto i suoi datori di lavoro piangere in maniera incredibile davanti alla bara, noi abbiamo capito che era una persona che stava aiutando i suoi concittadini a uscire da una cosa bruttissima che è il lavoro nero.

"È una battaglia"

"Noi intendiamo organizzare i lavoratori – ha detto il segretario generale della CGIL Caltanissetta, Ignazio Giudice – che lavorano nelle campagne, nel settore delle costruzioni, nel tessile, per dare loro tutela e per pretendere verità e giustizia per Adnan, un eroe dei nostri tempi, un ragazzo che è stato in grado di ascoltare i suoi connazionali e di accompagnarli alla denuncia, di sostenerli e soprattutto un uomo vero. Il sindacato non può più limitarsi alle denunce verbali ma deve andare oltre – conclude – oltre a questa commemorazione, nei giorni a seguire si faccia un lavoro concreto".

"L'iniziativa di oggi è l'inizio di una battaglia – ha detto Filippo Maritato, movimento di volontariato italiano – la cittadinanza di Caltanissetta deve rendersi conto e realtà che i ragazzi chi si sono integrati, che hanno residenza e che vivono qua e lavorano, devono essere rispettati. Noi dobbiamo eliminare tutte quelle persone, anche se sono compaesani di questi ragazzi pakistani, che devono andare via, noi vogliamo che queste persone vivono come sono stati integrati, infatti il Mo.v.i. si costituirà parte civile nella causa per quelli che hanno fatto questa denuncia" – conclude.

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