Bufera giudiziaria a Benevento: appalti pubblici irregolari, coinvolto anche il sindaco

Terremoto giudiziario a Benevento, dove in mattinata si sono visti gli effetti della maxi inchiesta "Mani sulla città" sulla presunta spartizione di appalti e servizi affidati dal Comune campano a un gruppo di ditte che, secondo il comunicato diffuso dalla Procura, avrebbero dato vita ad uno «spaccato criminale amministrativo davvero preoccupante».Il sindaco, Fausto Pepe, si è visto notificare dalla polizia una misura cautelare del divieto di dimora nel territorio comunale nell’ambito dell’inchiesta. Quattro, tra pubblici amministratori e imprenditori finiti in carcere, tre imprenditori ai domiciliari, sei imprenditori con obbligo di dimora in comune diverso da Benevento. Ancora nel fascicolo firmato dal pm titolare del fascicolo Antonio Clemente e il procuratore capo Giuseppe Maddalena si legge di un «comitato trasversale di affari che ha determinato un condizionamento e un inquinamento ambientale nelle procedure d'ufficio, con conseguenti riflessi sulla credibilità dell'Ente comunale e sulle sue risorse».I reati ipotizzati sono concussione anche elettorale, corruzione, truffa aggravata, turbative di gare, frodi nelle pubbliche forniture, falsità ideologiche, abusi di ufficio e frodi fiscali tramite l’emissione di fatture false per importi rilevanti.
Ecco cosa si legge testualmente nel comunicato diffuso dalla Procura:
"Dagli atti emerge uno spaccato criminale amministrativo davvero preoccupante, soprattutto dall'incrocio dei dati forniti, dalle dichiarazioni delle persone informate sui fatti, dalle intercettazioni telefoniche e dalla documentazione acquisita.
Gli indagati risultano infiltrati nel tessuto socio-economico ed amministrativo, a volte con il pagamento di attività formalmente lecite, al fine in realtà concretamente realizzatosi, come dimostrato da elementi raccolti, di acquisire in modo diretto o indiretto, la gestione o comunque il controllo di appalti pubblici e l'affidamento di servizi.
In particolare, le indagini hanno consentito di svelare un vero e proprio comitato trasversale di affari che ha determinato un condizionamento e un inquinamento ambientale nelle procedure d'ufficio, con conseguenti riflessi sulla credibilità dell'Ente comunale e sulle sue risorse.
L'azione investigativa ha consentito di acquisire fonti di prova sul fenomeno della corruzione e della concussione. In alcune occasioni a promuovere o a organizzare vicende di natura illecita, come accertato, sono stati proprio i pubblici amministratori e/o funzionari, i quali hanno più volte affidato servizi e pagato le relative prestazioni, senza che a monte vi fosse stata alcuna determina di affidamento ad una cooperativa sociale in cambio di consensi elettorali.
In tale ambito, sono anche emersi riferimenti a minacce di licenziamento nei confronti di soci e lavoratori di tale cooperativa, al fine di coartarli ed esprimere il loro voto a favore di detti politici.
In ultimo, si rappresenta che i flussi di danaro derivanti dalle rilevanti attività truffaldine accertate (di svariati milioni di euro) hanno rivelato uno scenario devastante circa la pervicace volontà di depredare le risorse pubbliche, pur di raggiungere lucrosi interessi criminali.
In definitiva, le indagini hanno disvelato un vero e proprio sistema illegale che comprende il livello politico-amministrativo (sindaco e consiglieri), il livello dirigenziale-tecnico (dirigenti, funzionari e tecnici comunali) ed il livello imprenditoriale.
L'elenco delle 14 misure cautelari tra carcere, domiciliari e divieti di dimora – Le misure cautelari sono state notificate a Benevento e nel casertano, a Casal di Principe e a San Cipriano d'Aversa. I provvedimenti sono stati emessi dal gip preso il Tribunale di Benevento.
In carcere sono finiti Luigi Boccalone, ex assessore alle Finanze attuale presidente del Consiglio comunale di Benevento (centrosinistra), Antonio Cavaliere, imprenditore edile di San Cipriano d'Aversa e cognato dell'ex sottosegretario alle Finanze Nicola Cosentino del Pdl, Aldo Damiano ex assessore ai Lavori pubblici e attuale consigliere comunale di Benevento (centrosinistra) e Giovanni Racioppi funzionario tecnico del settore dei Lavori pubblici del comune di Benevento.
Sono finiti agli arresti domiciliari tre imprenditori beneventani, Silvano Capossela, Pietro Ciardiello e Luigi Tedesco.
Hanno ricevuto invece la misura cautelare per l'obbligo di dimora in un comune diverso da Benevento, il sindaco del Pd Fausto Pepe, il tecnico di fiducia di Antonio Cavaliere, Angelo Diana, il dirigente del settore Finanze del Comune di Benevento Andrea Lanzalone, l'ex dirigente del settore Lavori pubblici del Comune di Benevento Roberto La Peccerella, Giuseppe Pellegrino ex tecnico del settore Lavori pubblici del Comune di Benevento, Giuseppe Siciliano imprenditore edile e Achille Timossi funzionario tecnico del settore Lavori pubblici del Comune di Benevento.
Emblematico è un passaggio del testo del comunicato diffuso dal Procuratore Giuseppe Maddalena:
Tutti i componenti del sistema criminale si muovono in sinergia per procacciarsi anche illeciti profitti personali. I responsabili politici ed amministrativi non si muovono solo per interesse pubblico, per garantire un servizio pubblico, o meglio, tali evenienze sono eventualmente garantite solo se coincidono con il fine privatistico del guadagno personale.
Nell’ordinanza emessa dal Gip Cusani si parla di indagati che agiscono «nel più rozzo favoritismo e nel mercimonio della funzione, non più svolta nell’interesse esclusivo della collettività, ma per perseguire utilità ed interessi privati propri, di familiari, di persone o imprese amiche”. E ancora “emerge in particolare la mediocrità del personale tecnico e dirigente…che a parte la palese disonestà manifestata…appare del tutto inadeguato. I dirigenti ed i tecnici vengono fuori…come i vasi di coccio di manzoniana memoria, stretti nella morsa costituita da una parte dall’arroganza dei politici disonesti…e dall’altra dalle blandizie e dai favori offerti da imprenditori spregiudicati”, mentre la struttura burocratica del Comune appare “indifesa e debole di fronte agli abusi di potere ed alla corruttela di alcuni dei politici eletti”.