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Brigadiere Legrottaglie ucciso, rapinatore sopravvissuto arrestato per omicidio in concorso: “Agevolato il killer”

Anche se a sparare al carabiniere Legrottaglie sarebbe stato il 59enne Michele Mastropietro, poi morto alcune ore dopo in un conflitto a fuoco con la polizia, secondo gli inquinarti, per la sua condotta Camillo Giannattasio sarebbe da ritenere corresponsabile del delitto del militare perché avrebbe condiviso e agevolato l’uso della pistola.
A cura di Antonio Palma
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Per la morte del brigadiere capo dei carabinieri Carlo Legrottaglie è stato arrestato per omicidio il rapinatore sopravvissuto allo scontro a fuoco con la polizia, Camillo Giannattasio. Al 57enne residente a Carosino (Taranto), è stata notificata oggi un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip di Brindisi su richiesta della locale Procura della Repubblica che indaga sull'omicidio del sottufficiale dell’Arma, avvenuto a Francavilla Fontana il 12 giugno scorso.

Anche se a sparare sarebbe stato il 59enne Michele Mastropietro, poi morto alcune ore dopo in un conflitto a fuoco con una pattuglia della polizia che lo aveva individuato nella vicina Grottaglie, nel Tarantino, secondo gli inquinarti, per la sua condotta Giannattasio  sarebbe da ritenere corresponsabile del delitto del militare.

In particolare, per la magistratura, il 57enne già in cella e arrestato per omicidio oggi, avrebbe condiviso e agevolato l’uso della pistola impiegata da Mastropietro per colpire mortalmente il militare. Nel dettaglio, infatti, secondo l’accusa, Giannattasio avrebbe tenuto "una condotta dimostrativa" della "condivisione dell'utilizzo della pistola" utilizzata per uccidere il militare.

Il 57enne, oltre al grave reato di omicidio in concorso, deve rispondere anche di altri reati connessi allo stesso episodio. L’uomo è ritenuto gravemente indiziato, in concorso con il 59enne Michele Mastropietro, anche di detenzione di armi clandestine e resistenza a pubblico ufficiale. Per l’accusa, i due molto probabilmente erano gli armieri di una banda di rapinatori.

Nel veicolo in cui erano stati sorpresi durate un normale controllo dal brigadiere capo dei carabinieri Carlo Legrottaglie e dal collega di pattuglia, infatti, sono state rinvenute due pistole semiautomatiche clandestine prive di matricola e un ingente quantitativo di munizioni.

Non solo, nei dintorni della zona dove si erano rifugiati dopo l’omicidio del militare e dove sono stati individuati dalla polizia, è stata scoperta una vera e propria armeria illegale riconducibile ai due rapinatori. Per questo nei confronti di Camillo Giannattasio era stato già emesso un provvedimento di arresto.

Sulle armi trovate in macchina intanto nei prossimi giorni avverranno le comparazioni balistiche con il proiettile estratto dal corpo del brigadiere ucciso. Camillo Giannattasio ha chiesto il test dello stub per verificare residui di polvere da sparo sulle mani.

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