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Boss a corto di soldi puntavano a ristrutturazioni per l’Ecobonus, colpo al clan mafioso: 81 arresti

Un blitz dei carabinieri ha decapitato lo storico clan mafioso di Barcellona Pozzo di Gotto assestando un durissimo colpo all’intera organizzazione con 81 arresti.
A cura di Antonio Palma
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Droga, armi, prostituzione ed estorsioni ma anche rapporti intensi con la politica e infiltrazioni mafiose a tutti i livelli nel tessuto economico e imprenditoriale come ad esempio il business delle ristrutturazioni edilizie previsti dall'ecobonus. È l’inquietante scenario quanto emerso dall’inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Messina che nelle scorse ore ha decapitato lo storico clan mafioso di Barcellona Pozzo di Gotto assestando un durissimo colpo all’intera organizzazione mafiosa. Sono in tutto 86 le misure di custodia cautelare eseguite oggi dai carabinieri del Comando provinciale di Messina nei confronti di altrettante persone, 81 delle quali arrestate, ritenute coinvolte a vario livello negli affari criminali del gruppo. I reati contestati sono tanti e gravissimi: si va dall’associazione di tipo mafioso all’estorsione, dallo scambio elettorale politico mafioso al trasferimento fraudolento di valori, dalla detenzione e porto illegale di armi all’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, dalla detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti allo sfruttamento della prostituzione, sempre con l'aggravante del metodo mafioso.

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Il blitz odierno ha portato in manette gregari e manovalanza ma che i vertici della famiglia mafiosa dei "barcellonesi", storicamente radicata nel comune di Barcellona Pozzo di Gotto. Secondo le inchieste della Dda siciliana, frutto di più attività investigative condotte dal 2018 ad oggi, il gruppo da tempo si era riorganizzato e aveva composto una sorta di triumvirato attraverso il quale aveva ripreso un massiccio controllo del territorio tornando alle attività storiche ma non disdegnando qualsiasi altra possibile entrata come appunto il bonus ristrutturazione. Il costante bisogno di soldi infatti aveva spinto il clan mafioso a gestire nuovamente in prima persona la prostituzione ma anche a praticare estorsioni a tappeto nel mondo del divertimento e dei locali notturni.

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Le inchieste, condotte dal 2018 ad oggi, infatti hanno appurato che il clan imponeva alle discoteche i servizi di sicurezza e interveniva per condizionare i titolari nelle loro attività ma si era infiltrato pesantemente anche nel settore della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli attraverso l'acquisizione di imprese intestate a prestanomi o imponendo la fornitura dei prodotti. In generale le estorsioni e la pressione del racket su imprenditori e commercianti era tornata ai massimi livelli  e così come l'interesse della cosca per lo storico business della droga. Negli ultimi tempi infine sarebbero state create le basi per una "rete commerciale" a cui affidare il compito di segnalare gli edifici su cui effettuare i lavori di ristrutturazione edilizia. In particolare il boss di Barcellona Pozzo di Gotto Mariano Foti aveva cercato contatti con imprenditori e politici locali per creare una rete imprenditoriale che ottenesse appalti legati all'eco bonus 110%.

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