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Covid 19

Bologna, focolaio covid in un centro per disabili adulti: positivi 18 su 19 ospiti e 17 operatori

Un importante focolaio di Covid-19 è stato rilevato nel CSRR Casa Rodari di Bologna, centro socio riabilitativo residenziale che accoglie disabili adulti di età compresa tra i 18 e i 65 anni: 18 su 19 ospiti sono positivi, oltre a 17 operatori. L’USB: “Ci chiediamo se siano stati forniti dispositivi di protezione adeguati ai lavoratori”.
A cura di Davide Falcioni
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Sono ore di forte apprensione a Bologna per le condizioni degli ospiti del CSRR Casa Rodari, centro socio riabilitativo residenziale che accoglie disabili adulti di età compresa tra i 18 e i 65 anni: all'interno della struttura di via Fossolo si è sviluppato un importante focolaio di coronavirus. Stando a quanto rivela a Fanpage.it Fabio Perretta, sindacalista dell'Usb lavoro privato, ben 18 utenti su 19 sono risultati positivi al tampone e molti di loro sarebbero sintomatici. A contrarre il Covid-19 sarebbero stati però anche 17 operatori su 35 impiegati nella struttura, una delle più rinomate della città e specializzata nell'assistenza di disabili sia fisici che psichici.

"Che stesse accadendo qualcosa di potenzialmente preoccupante era nell'aria da alcuni giorni", spiega Perretta, raccontando che già alla fine della scorsa settimana alcuni operatori iscritti all'Usb avevano riferito sintomi compatibili con quelli del coronavirus. I test hanno confermato il contagio e i successivi tamponi di massa a tutti gli ospiti e gli addetti hanno confermato la presenza di 35 positivi in totale, alcuni dei quali sarebbero sintomatici ma nessuno, comunque, con una situazione così grave da richiederne il ricovero in ospedale.

"Il focolaio a Casa Rodari ci stupisce – dichiara Fabio Perretta – perché la struttura era riuscita a superare indenne la prima ondata della scorsa primavera, quando scarseggiavano anche i Dpi. Oggi, con delle linee guida molto severe e controlli rigorosi, il virus ha contagiato 18 ospiti su 18. Chiediamo alla cooperativa che gestisce il servizio di convocare urgentemente il Comitato aziendale di monitoraggio per la diffusione del covid, e ad Asl, Comune e Regione di attivarsi immediatamente, oltre che per fare chiarezza sulle cause dell'insorgenza di questo focolaio, per mettere nelle migliori condizioni di sicurezza la struttura, gli utenti, gli operatori e le loro famiglie".

Il sindacato, sentiti i propri iscritti tra gli operatori, si domanda se la gestione dei dispositivi di protezione individuali sia stata accorta e corretta: "Quello che ci chiediamo è se le mascherine fornite siano adeguate e se siano stati sistematicamente forniti anche camici e visiere, soprattutto per il trattamento delle situazioni più complesse".

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