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Boati e crolli, le Dolomiti del Brenta si sbriciolano: escursionisti evacuati e sentieri chiusi

Crolli multipli e improvvisi hanno interessato il Monte Pelmo e Cima Falkner colpendo le Dolomiti tra domenica e lunedì. Escursionisti evacuati e nel massiccio del Brenta sono scattati i divieti di accesso a tutti i sentieri. I rilievi indicano il degrado del permafrost e una situazione in potenziale aggravamento.
A cura di Antonio Palma
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Prima i boati poi i crolli improvvisi e l'evacuazione di tutti gli escursionisti che in quel momento si trovavano in zona. È quanto accaduto negli ultimi giorni sulle Dolomiti costringendo le autorità a chiudere immediatamente tutti i sentieri e le vie alpinistiche del Brenta.

I due fenomeni franosi uno dietro l'altro nelle giornate di domenica 27 lunedì 28 luglio. La prima frana sul Monte Pelmo in Val di Zoldo dove alcuni pinnacoli rocciosi si sono staccati precipitando a valle nel territorio del comune di Selva di Cadore, in provincia di Belluno. L'altro crollo invece ha interessato cima Falkner dove, secondo gli esperti, l'intera zona è interessata da un fenomeno di erosione correlato alla degradazione del permafrost.

Il primo crollo nel primo pomeriggio di domenica quando un'imponente frana si è staccata dal versante nord del Monte Pelmo con un boato fragoroso avvertito da tutti gli escursionisti in zona. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito e i detriti si sono fermati a monte. Secondo gli esperti, a influenzare sul crollo sicuramente gli sbalzi termici di questi giorni.

Crolli multipli di roccia si sono verificato invece lunedì su Cima Falkner, a circa tremila metri di quota nel gruppo delle Dolomiti del Brenta, interessando entrambi i versanti. L'immediata riunione tecnica convocata dalla provincia di Trento ha disposto la chiusura immediata di tutti i sentieri diretti in zona per il pericolo di altri crolli.

Ordinanze urgenti sono state emesse dai sindaci di Tre Ville e Ville d’Anaunia e tutti gli escursionisti fatti evacuare. Le vie di accesso restano chiuse fino a nuovo ordine ma la situazione appare molto critica. I sopralluogo effettuati sul posto dagli esperti del Servizio Geologico, infatti, hanno rilevato fratture in  evoluzione recente lungo la parete, oltre alla presenza di ghiaccio in corrispondenza delle nicchie di distacco. Una situazione che indicherebbe il degrado del permafrost e considerata in potenziale aggravamento.

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