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Bimba ricoverata dopo aver mangiato formaggio a latte crudo: 8mila euro di multa al titolare del caseificio

Il titolare di un caseificio in Trentino è stato condannato a pagare una multa da quasi 8mila euro per aver venduto formaggio a latte crudo contaminato dal batterio Escherichia Coli produttore di shigatossina (Stec). Nel novembre 2024 questo aveva portato al ricovero di una bambina di un anno, arrivata a Padova in gravi condizioni per la Seu, la sindrome emolitico uremica.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio.
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Ottomila euro di multa per aver venduto formaggio a latte crudo contaminato dal batterio Escherichia Coli produttore di shigatossina (Stec) che nel novembre 2024 aveva portato al ricovero di una bambina di un annoÈ la condanna decisa per il titolare dell'azienda produttrice del formaggio.

La piccola, residente a Cortina d'Ampezzo, dopo essere passata per gli ospedali di San Candido, Brunico e Bolzano, era arrivata a Padova in gravi condizioni, causate dalla Seu, la sindrome emolitico uremica che porta a insufficienza renale in età pediatrica, dopo aver mangiato del "Saporito della val di Fassa", prodotto nel Caseificio sociale di Predazzo e Moena.

All'epoca l’unità operativa di igiene e sanità pubblica veterinaria del Dipartimento di prevenzione dell’Apss aveva attivato le procedure di controllo e il Ministero della Salute aveva ufficializzato il richiamo di circa 50 lotti di formaggio su tutto il territorio nazionale.

Le analisi condotte dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, come riferito da Ulss Dolomiti e Apss, avevano rilevato "la positività per Stec di un campione conoscitivo" del formaggio, ricordano i quotidiani locali. Era stato quindi riscontrato l’Escherichia Coli.

Risultò contaminato dallo stesso batterio anche un altro formaggio prodotto sempre dallo stesso Caseificio, il ‘Puzzone di Moena‘, di cui furono richiamati "in via precauzionale" 38 lotti.

Per questo al titolare dell'azienda, Gianbattista Vanzo, 45 anni, è stato recapitato un decreto penale di condanna di 7.750 euro per aver detenuto per il commercio e di aver commercializzato nello stabilimento, distribuendole ai clienti per essere consumate, sostanze destinate all’alimentazione risultate "pericolose per la salute pubblica".

L'accaduto poteva avere conseguenze ben più gravi, ma la vicenda si era fortunatamente conclusa positivamente. Infatti, la bimba, dopo il ricovero di alcuni giorni, aveva fatto rientro a casa.

Poche settimane fa anche un bimbo di Belluno è stato ricoverato all’ospedale di Padova per una sospetta intossicazione causata da formaggi a latte crudo. Se confermato, sarebbe il terzo caso nella provincia in meno di un anno.

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