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Bidello violenta alunno 15enne a Genova: arrestato a Crotone, dovrà scontare la pena in carcere

Condannato per abusi su un ex alunno di 15 anni, l’uomo è stato arrestato a Crotone dopo la conferma definitiva della sentenza a 3 anni e 4 mesi. La condanna sarà scontata in carcere.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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È stato arrestato a Crotone, dove si trovava ai domiciliari, il bidello di scuola media condannato in via definitiva a tre anni e quattro mesi di reclusione per aver abusato di un ex allievo quindicenne a Genova, nell’ottobre del 2023. L’uomo, 49 anni, dovrà trascorrere almeno un anno in carcere prima di poter chiedere di scontare la parte residua della pena ai domiciliari. L’arresto è stato eseguito dalla Squadra Mobile di Crotone su ordine della Procura generale della Corte d’appello di Genova, che ha disposto l’esecuzione della condanna confermata la scorsa settimana dalla Cassazione.

Fino all’ultimo, c’era incertezza sull’arresto. Il reato per cui il bidello è stato condannato — violenza sessuale su minore — è considerato “ostativo”, cioè esclude l’applicazione di misure alternative, ma la Corte d’appello di Genova aveva riconosciuto la “minore gravità del fatto”, elemento che aveva fatto ipotizzare la possibilità di sospendere l’esecuzione. Tuttavia, la Cassazione ha sciolto ogni dubbio, confermando l’obbligo del carcere.

Il 49enne, dopo il primo arresto a Genova, aveva chiesto di poter trascorrere i domiciliari nella sua città d’origine, Crotone. Dopo la conferma definitiva della condanna, è stato quindi trasferito nel carcere di Vibo Valentia. In primo grado era stato condannato a quattro anni e due mesi con rito abbreviato; in appello la pena era stata ridotta a tre anni e quattro mesi, grazie all’applicazione dell’attenuante richiesta dal suo difensore, l’avvocato Matteo Carpi, che aveva concordato la pena con la Procura.

I fatti risalgono all’autunno del 2023. Il ragazzo, 15 anni, si era recato a trovare il nonno che abitava nello stesso condominio del bidello, conosciuto a scuola e ritenuto una persona di fiducia. Prima di rientrare a casa, su suggerimento dei genitori, aveva deciso di passare a salutarlo per ringraziarlo: in passato l’uomo lo aveva aiutato dopo un malore durante le lezioni. Ma una volta entrato nell’appartamento, il clima si era trasformato.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, dopo alcuni convenevoli il bidello avrebbe iniziato a molestare verbalmente il ragazzo, rivolgendogli domande intime e inopportune, per poi passare a palpeggiamenti sempre più insistenti. Il quindicenne aveva tentato di allontanarsi, ma l’uomo lo avrebbe trattenuto per un braccio e bloccato davanti alla porta, cercando di impedirgli la fuga. Solo reagendo con un calcio, il ragazzo era riuscito a liberarsi, scappando in strada dove aveva subito chiamato la madre.

Sconvolta dal racconto del figlio, la donna si era rivolta all’avvocata Ilaria Tulino, e insieme avevano sporto denuncia. Le indagini della squadra mobile di Genova avevano confermato la versione del minore, portando all’arresto dell’uomo nel marzo 2024.

Durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip, il bidello inizialmente aveva negato ogni accusa, ma poi era crollato e ammesso i fatti. “È vero quello che ha raccontato il ragazzo, non so cosa mi sia accaduto”, avrebbe detto davanti al giudice, aggiungendo di non aver mai avuto prima impulsi di quel genere. Da allora aveva intrapreso un percorso terapeutico con il supporto di uno psicologo, riconoscendo la necessità di un aiuto professionale.

Nel processo, il quindicenne e la sua famiglia si erano costituiti parte civile, assistiti dall’avvocata Tulino. I giudici avevano riconosciuto al giovane una provvisionale di 8.000 euro, di cui 5.000 già versati dall’imputato.

Con la decisione della Cassazione, la sentenza è ora definitiva. Il bidello sconterà la condanna in carcere per almeno un anno, periodo minimo di osservazione previsto dalla legge, al termine del quale potrà eventualmente chiedere di tornare ai domiciliari.

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