Benno Neumair, il presagio dei coniugi uccisi: avevano fatto sparire tutti i coltelli

I genitori di Benno Neumair avevano paura del figlio. Laura Perselli, 68 anni e il marito Peter Neumair, 63, non solo si chiudevano a chiave di notte, ma avevano addirittura nascosto tutti i coltelli presenti nella loro abitazione di Bolzano. Il 31enne, in carcere da quasi due mesi co con l'accusa di duplice omicidio e occultamento dei corpi, ha ammesso di aver ucciso i genitori. Benno sarebbe affetto da una schizofrenia paranoide con disturbi di personalità in chiave aggressiva. La scorsa estate sarebbe stato colpito da una grave e violenta crisi psicotica mentre viveva, con la fidanzata dell'epoca, a Ulm, in Germania. Per questo, fu sottoposto a un Tso di tre giorni in una locale struttura psichiatrica ospedaliera. Poi, papà Peter lo raggiunse e lo riportò a casa, a Bolzano. Avrebbe dovuto sottoporsi a terapia, ma la cura non è mai iniziata. La madre, qualche giorno dopo, preoccupata per le condizioni del ragazzo, in una lettera indirizzata a un'amica, senza nascondere il disappunto per l'impossibilità di curare il figlio, ammise di avere paura. "E’ dura – scrisse Laura Perselli all’amica dopo tre settimane di convivenza in casa con Benno – abbiamo nascosto e messo via i coltelli ma in giro ci sono forbici… c’è di tutto". Parole che ben fanno intendere quanto la famiglia Neumair avesse bisogno di trovare aiuto psichiatrico per il 31enne, come riferisce L'adige.it.
Benno Neumair si trovava nel carcere di Bolzano dal 29 gennaio scorso. Durante l'interrogatorio di garanzia si era avvalso della facoltà di non rispondere, ma poche settimane più tardi, in data 11 febbraio, ha confessato di aver ucciso i genitori, prima il padre e poi la madre, la sera del 4 gennaio. Successivamente avrebbe fornito altri dettagli sul delitto. Stando a quanto ricostruito, a scatenare la furia omicida del giovane sarebbe stato un forte rimprovero del padre nei suoi confronti. L'uomo, stando al racconto dell'indagato, gli avrebbe dato del fallito e gli avrebbe rinfacciato di non contribuire adeguatamente alla gestione della casa. Solo dopo il ritrovamento, nelle acque del fiume Adige, del corpo senza vita di Laura Perselli c'è stata la prima ammissione di responsabilità, come l'ha definita il procuratore capo Giancarlo Bramante. I resti di Peter Neumair, invece, non sono stati ancora recuperati.