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Belgio, un errore burocratico costa un milione di euro a un infermiere italiano

Un errore burocratico è costato 1,2 milioni a Marcello Giuseppe, un infermiere di origini italiane cresciuto in Belgio. Il giudice lo ha condannato a restituire gli stipendi di una vita guadagnati esercitando la professione. Il motivo? Avrebbe dimenticato di rinnovare il visto gratuito necessario per svolgere l’attività infermieristica nel Paese. I colleghi chiedono per lui l’amnistia.
A cura di Gabriella Mazzeo
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l'infermiere Marcello Giuseppe durante un'intervista con una tv belga
l'infermiere Marcello Giuseppe durante un'intervista con una tv belga

Era sicuro che il diploma da infermiere ottenuto nel 2007 fosse la condizione sufficiente per esercitare la professione a vita, ma la burocrazia era di altro avviso. Il conto gli è stato presentato dopo dieci anni: 1,2 milioni di euro da pagare allo Stato belga per non aver rinnovato l'iscrizione gratuita all'albo provinciale di categoria. Il protagonista di questa storia è Marcello Giuseppe, un infermiere 35enne originario di Lercara Friddi, ma cresciuto in Belgio. Qui ha studiato e lavorato, almeno fino a poco tempo fa. La sua vicenda risale al settembre 2019, ma è tornata sotto i riflettori negli scorsi giorni perché altri suoi colleghi (circa 20) potrebbero incorrere in sanzioni simili. Da qui la richiesta di un'amnistia al governo per continuare ad esercitare, soprattutto in virtù delle carenze di personale medico negli ospedali sopraffatti dal Covid-19.

A farsi portavoce di Marcello Giuseppe e degli altri infermieri coinvolti sono due avvocati, Toller e Ancion. La legge belga prevede che dopo un anno dall'ottenimento del diploma, i nuovi infermieri debbano ottenere un visto dalla commissione medica provinciale per poter continuare a esercitare. Una formalità burocratica, visto che fino al 2015 bisognava semplicemente presentarsi davanti alla commissione competente con il proprio diploma per ottenere un visto. Questo, però, è richiesto dalle autorità solo per ragioni statistiche e non rappresenta una valutazione o monitoraggio dell'operato degli infermieri. Durante il processo è emerso che Marcello aveva ricevuto diversi avvisi per mettersi in regola, ma non se ne era curato. L'infermiere si è giustificato dicendo che pensava si trattasse di una procedura burocratica non rilevante. Per questo motivo, il giudice lo ha condannato a restituire quanto guadagnato in una vita da infermiere.

I guai sono arrivati quando l'avvocato di Marcello non ha compilato correttamente il modulo del ricorso e la condanna è diventata definitiva. La sua casa, la proprietà e il suo reddito sono stati sequestrati. Il giovane però non è solo: sono almeno una ventina gli infermieri belgi che hanno dimenticato di ottemperare al visto. Molti hanno smesso di esercitare per paura di venire scoperti. Visto anche il momento di grande pressione sugli ospedali esercitata dal Covid-19, gli avvocati Toller e Ancion stanno aiutando questo gruppo di professionisti a fare pressioni sul ministero della Sanità per ottenere l'amnistia. Hanno quindi inviato una lettera al ministero sperando di ricevere udienza.

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