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Beatrice, morta a 5 mesi per un errore medico. L’appello della mamma: “Verità e giustizia”

Benedetta Bua racconta a Fanpage.it la storia di sua figlia Beatrice Morici, morta a soli 5 mesi in seguito ad una operazione al cuore all’ospedale di Taormina per correggere una malformazione che le era stata diagnosticata in utero. A un anno dal decesso della piccola, continuano le indagini su quanto successo, in attesa di scoprire i risultati dell’autopsia: “Voglio verità e giustizia per la mia bambina”.
A cura di Ida Artiaco
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La piccola Beatrice Morici (Facebook).
La piccola Beatrice Morici (Facebook).

"Voglio giustizia per mia figlia. Niente potrà ridarmela indietro ma proverò con tutte le mie forze a ottenere la verità". Benedetta Bua è una mamma forte e decisa. Lo si capisce dal tono della voce quando parla al telefono per raccontare a Fanpage.it la storia sua e della piccola Beatrice, morta a soli 5 mesi alla fine della scorsa estate in circostanze ancora non chiare, per far luce sulle quali è stata anche avviata una duplice inchiesta, che sta andando avanti tra Palermo e Roma. A distanza di quasi un anno da quel tragico evento, che ha cambiato per sempre la vita di Benedetta e del marito Marco, residenti nel capoluogo siciliano, la loro battaglia continua, dentro e fuori dal tribunale. Soprattutto sui social network, dove la coppia gestisce una pagina Facebook per condividere il loro dolore e la voglia di giustizia.

Il loro calvario comincia il 3 luglio 2018. Beatrice, che aveva solo 5 mesi, viene operata nel reparto di Cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale di Taormina per correggere una malformazione al cuore che la bambina aveva sin dalla nascita. Si tratta, nello specifico, di un Div, un difetto interventricolare, già diagnosticato in utero, come ha spiegato mamma Benedetta a Fanpage.it, il che non le permette di crescere al passo degli altri neonati. "Prima dell'intervento – ricorda Benedetta – il cardiologo di Taormina nota qualcosa di strano e richiede un'angioTAC, che viene effettivamente effettuata il giorno prima dell'operazione. Quest'ultima, a detta dei sanitari, doveva essere semplicissima, ma invece che quattro ore è durata 12. Quando è terminata, ci hanno detto che a Beatrice mancava l'arteria polmonare sinistra e soprattutto che quella TAC era risultata illegibile. Perché operare una bambina senza l’unico esame che avrebbe chiarito la situazione e quindi la diagnosi? Perché, non essendo Beatrice in fin di vita, non ripetere l’esame?".

La piccola, due ore dopo essere uscita dalla sala operatoria, va in arresto cardiaco. Il cardiochirurgo decide a quel punto che deve essere trasferita altrove. Poco dopo viene sistemata su un mezzo di elisoccorso con direzione il Bambino Gesù di Roma. "Qui la tengono in vita 68 giorni – continua Benedetta – e il 30 agosto muore. Eravamo una famiglia felice, io ho altri due figli avuti da un precedente matrimonio, poi è arrivata Beatrice, ma è stata distrutta". E' proprio in questo momento che Benedetta e Marco cominciano un lotta, anche legale, per sapere perché Beatrice sia deceduta, cosa sia andato storto in quella sala operatoria e di chi sia la responsabilità per quanto successo. Nell'inchiesta risultano al momento indagati due medici.

Benedetta ha anche scritto una lettera al Gip di Messina, Monica Marino, che ha poi deciso nei giorni scorsi di respingere la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Annalisa Arena, lo scorso marzo, sulla base di una perizia di un medico legale. L'appello è diventato virale sulla pagina Facebook "Beatrice vuole giustizia", con più di un milione di visualizzazioni nel giro di una settimana. Secondo il giudice, tuttavia, la procura competente è quella di Roma, città dove Beatrice è morta lo scorso 20 agosto. Intanto, si aspettano ancora i risultati dell'autopsia sul corpo della bambina, che dovrebbero essere noti entro la fine del mese in corso. "Vogliamo verità e giustizia per la nostra Beatrice – ha concluso Benedetta -. Lo farò finché avrò vita, finché avrò respiro".

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