Bari, uomo tentò di violentare suo figlio, lei lo sequestrò e torturò: condannata a 2 anni di carcere

A un bambino di undici anni al quale impartiva lezioni doposcuola gratuite propose rapporti sessuali e la visione di video pedopornografici; quando la mamma del giovanissimo venne a saperlo, gli chiese di andare a casa sua fingendosi suo figlio e messaggiando con lui. Poi lo fece accomodare, gli tolse gli occhiali e insieme a una complice diede inizio a un pestaggio in piena regola, con pugni al volto e anche un taglio alla mano con una lama.
Dopo un po' in casa arrivò anche un'altra donna, che si unì alle violenze riprendendo la scena e costringendo l'uomo ad ammettere di essere un pedofilo. I video del pestaggio, insieme alla confessione estorta alla vittima (oggi 33enne, costretto dalle tre donne a leggere i messaggi che aveva mandato al ragazzino) furono pubblicati su Facebook e arrivarono a migliaia di persone su Whatsapp.
I fatti risalgono a sette anni fa ma pochi giorni fa è diventata definitiva la condanna a due anni di carcere per la madre del ragazzino, riconosciuta colpevole dei reati di tortura e lesioni personali: durante il pestaggio, infatti, l'uomo riportò lesioni al volto e al torace, contusioni multiple e un taglio alla mano sinistra. La donna, in primo grado condannata a 4 anni in abbreviato, ha successivamente rinunciato al ricorso e per questo la condanna è stata dimezzata in appello. Ora, con il passaggio in giudicato della sentenza, è stato emesso nei suoi confronti un ordine di carcerazione e rischia di finire in cella.