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Bari, uccisa e nascosta nell’ex fabbrica: risolto il mistero di Margherita, ammazzata dal compagno

La vicenda del cold case pugliese ha inizio il 10 maggio del 2017 quando nei locali delle ex acciaierie “Scianatico” di Bari venne rinvenuto il cadavere ischeletrito di una persona. La vittima è una donna di origine polacca all’epoca dei fatti ribattezzata “Margherita”. La polizia di stato ha annunciato oggi di aver arrestato il presunto assassino: l’ex compagno.
A cura di Antonio Palma
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A due anni dal macabro ritrovamento, è stato risolto il mistero della morte di “Margherita”, la donna il cui corpo fu trovato in avanzatissimo stato di decomposizione all’interno di una ex fabbrica pugliese nelle città metropolitana di Bari. Al termine di una lunghissima quanto complessa inchiesta, la polizia di stato infatti ha annunciato oggi di aver arrestato il presunto assassino della donna, una signora di origine polacca all’epoca dei fatti ribattezzata “Margherita”. La vicenda del cold case pugliese ha inizio il 10 maggio del 2017 quando nei locali delle ex acciaierie “Scianatico” del capoluogo venne rinvenuto il cadavere ischeletrito di una persona. Un rinvenimento non casuale visto che la fabbrica era dimessa da tempo e in stato di abbandono. Ad allertare le forze dell’ordine infatti fu una chiamata anonima che avvertiva della presenza del cadavere in un edificio abbandonato appartenente al complesso delle ex acciaierie di via Caracciolo.

Il corpo era nascosto sotto alcune travi in legno, all’ultimo piano di uno stabile dell’acciaieria, un tempo destinato a ospitare uffici. Il cadavere ischeletrito presentava un arto avvolto da un laccio emostatico e anche da nastro adesivo. Gli esami medico legali disposti sul corpo stabilirono che si trattava di una giovane donna, poi identificata come una cittadina polacca sparita da tempo e di cui non si avevano più tracce da anni. Come rivelato da "Chi L'ha visto?", il suo vero nome era Malgorzata Szlezak, era nata in Polonia, a Dabrowa Gornicza il 29 maggio del 1962 e viveva in Italia come senza fissa dimora.  Durante la sua permanenza in Italia ha vissuto in centri di accoglienza o strutture abbandonate.

Sulle pareti del luogo del ritrovamento la polizia ritrovò una scritta inquietante: "Tu muori qua". I successivi accertamenti investigativi da parte degli inquirenti della polizia barese, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, hanno stabilito che la donna era stata vittima di un efferato omicidio che si era consumato ben cinque anni prima del ritrovamento del cadavere, nel 2012. A quanto si apprende, l'uomo arrestato perché ritenuto responsabile dell'omicidio di Margherita è il suo ex compagno, il 53enne Ignazio Pumelli, che ora risponde dell'accusa di omicidio volontario. L'uomo avrebbe anche tentato di sviare le indagini indirizzandole verso una morte per overdose di droga. Le successive indagini, anche grazie ad accertamenti tecnici di tipo genetico, hanno consentito però di ricostruire cause e responsabilità del decesso.

Il 53enne avrebbe ammesso indirettamente l'omicidio minacciando l'attuale compagna, come da lei riferito agli inquirenti, "di farle fare la stessa fine di Margherita". L'uomo era già detenuto in carcere dalla scorsa estate proprio per maltrattamenti sull'attuale compagna. Avrebbe ammazzato Zlezak Malgorzata dopo l'ennesima lite culminata con un'aggressione. Stando alle indagini della Squadra mobile di Bari, Margherita sarebbe morta a causa di uno "shock traumatico ad alta componente emorragica, nel corso e a causa di una violenta ed efferata aggressione". Secondo le indagini, che si sono avvalse di numerose testimonianze di persone informate sui fatti, intercettazioni, accertamenti scientifici su Dna e una perizia grafologica, anche le scritte ritrovate su una parete dell'edificio abbandonato son opera dell'assassino.

"Abbiamo dato giustizia a uno di quei morti senza voce, che rischiano di rimanere senza identità" ha dichiarato in conferenza stampa il procuratore aggiunto di Bari, Alessio Coccioli,  commentando l'arresto e la risoluzione del caso. "E stata un'indagine invisibile sul mondo degli invisibili", ha affermato invece il pm che ha coordinato le indagini, Gaetano De Bari, sottolineando che "Margherita era una donna dimenticata, nessuno aveva chiesto di lei. Tramite l'Interpol abbiamo fatto indagini anche nel suo Paese dove nessuno, madre e figlio, l'aveva mai reclamata". Dall'ascolto dei testimoni, senzatetto e operatori volontari della Caritas, emerge la figura di una "donna gentile e molto benvoluta da tutti", che "aveva cercato in più occasioni di sottrarsi alle grinfie del compagno violento" hanno ricordato gli inquirenti.

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