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Baita devastata a Canazei, 130mila euro di danni: ragazzi dovranno pulire strade e aiutare anziani

Dalla caldaia smurata ai lampadari lanciati dal balcone, dodici ragazzini (tra i 14 e i 16 anni), sotto l’effetto dell’alcol, avevano provocato in diversi raid danni per 130 mila euro alla struttura nella località delle Dolomiti durante il periodo del lockdown.
A cura di Biagio Chiariello
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Dovranno tagliare l'erba, pulire strade e muri imbrattati nei rispettivi Comuni di residenza, ma anche ad aiutare gli anziani e i diversamente abili.  Questo per un periodo di sei mesi senza mai venir meno al loro impegno sul lavoro (per chi di loro ha già un’occupazione) e sugli studi. È arrivato l'okay del giudice del Tribunale dei minori di Trento al programma di messa alla prova per 10 dei dodici ragazzi che avevano distrutto l'interno di una baita a Canazei, per 130 mila euro di danni, dopo aver organizzato delle feste durante il lockdown.

Mercoledì i giovani (all'epoca dei fatti ancora minorenni) sono comparsi in aula per rispondere, a vario titolo, dei reati di danneggiamento e di invasione di terreni o edifici in concorso. Nell'ultima udienza si erano presentati davanti al giudice ammettendo le loro responsabilità e chiedendo formalmente scusa. Nella prossima si discuterà la posizione dell’undicesimo, per il quale il difensore ha chiesto il processo con rito abbreviato. Il legale dell’ultimo ha invece sollecitato il non luogo a procedere o, in subordine, il perdono giudiziale.

Quanto al risarcimento alla famiglia proprietaria della baita distrutto, la trattativa sembra essere quasi agli sgoccioli per la cifra di poco più di 50mila euro.

Due in particolare gli episodi contestati, tra dicembre 2020 e marzo 2021, periodo in cui la casa vacanze di proprietà della famiglia bolognese Roncari-Tamburini in Val di Fassa era chiusa per essere riaperta con l'arrivo della bella stagione. “Caldaia smurata, impianto dell'acqua preso a martellate e lasciato aperto per mesi, porte sventrate e buttate nel ruscello sottostante, finestre infrante, frigorifero e lampadari lanciati dal balcone”: questi alcuni dei danni procurati dai ragazzini, tutti di età compresa tra i 14 e 16 anni, appartenenti a famiglie altolocate della zona.

A incastrare il gruppo un selfie fatto da uno di loro nella casa sfasciata e condiviso sui social, ma anche alcuni scontrini trovati nella casa, dove nella spesa in "supermercati della zona, erano stati acquistate caramelle, merendine, bevande alcoliche e analcoliche riconducibili a delle persone giovani" aveva precisato l'avvocata di uno degli imputati, Karol Pescosta.

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