13 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

“Avvocato, vengo in caserma”, ma Turi La Motta si è presentato armato ai carabinieri dopo gli omicidi

A raccontare la drammatica conversazione telefonica è stato lo stesso legale dell’uomo, che si trovava nella caserma dei carabinieri di Riposto per un altro caso ed è stato invitato dai militari a chiamare il 63enne per convincerlo a costituirsi dopo l’omicidio di Carmelina Marino e Santa Castorina.
A cura di Antonio Palma
13 CONDIVISIONI
Immagine

“Avvocato sto venendo in caserma, vengo io”, così, con una telefonata, Salvatore “Turi” La Motta si è annunciato al suo legale e ai carabinieri dopo il duplice omicidio di Riposto, nel Catanese. L'ergastolano si è presentato poco dopo in caserma dove quindi lo attendevano ma nessuno pensava che sarebbe arrivato armato di pistola con la quale poco dopo si è ucciso. A raccontare la drammatica conversazione telefonica è stato lo stesso legale dell’uomo, l’avvocato Antonino Cristofero Alessi, che si trovava nella caserma dei carabinieri di Riposto per un altro caso ed è stato invitato dai militari a chiamare il 63enne per convincerlo a costituirsi.

Salvatore La Motta, detto Turi
Salvatore La Motta, detto Turi

“Ho chiamato La Motta utilizzando il viva voce e gli ho detto di costituirsi ai carabinieri, di dirmi dove si trovava che potevano andare a prenderlo e sapendo che poteva contare sulla mia presenza per l’immediata assistenza legale. Lui mi ha risposto ‘sto venendo, vengo io’” ha rivelato il legale. Il killer di Carmelina Marino, di 48 anni, e Santa Castorina, di 50 anni, le due donne uccise in strada, sapeva di essere ricercato e non si era affatto allontanato dalla cittadina visto che poco dopo si è presentato sul posto.

“Aveva un’arma in mano e mi ha chiamato ‘Antonio’, con il mio primo nome i carabinieri gli hanno intimato di posare la pistola, e poi ho sentito lo sparo” ha ricostruito il penalista che però non sa darsi una spiegazione sul duplice omicidio né sulla scelta dell’estremo gesto del 63enne ergastolano.

Carmelina Marino
Carmelina Marino

“Niente lasciava presagire minimamente quello che è successo. Mai avrei immagino che potesse accadere tutto questo, non c’è stato nessun segnale pregresso, nessuno. Impensabile” ha raccontato ancora l’avvocato, raccontano il recente passato del detenuto che era in permesso premio e sarebbe dovuto rientrare in cella poche ore dopo i due delitti.

“Era un detenuto che aveva usufruito dei permessi di legge per buona condotta: lavorava a Riposto, prima in un panificio, poi in una rivendita di formaggi. Durante i due anni di Covid dormiva a casa della sua famiglia, dal 3 gennaio, finita l’emergenza pandemica, rientrava la sera al carcere di Augusta, nel Siracusano” ha spiegato infatti il legale.

La seconda vittima Santa Castorino
La seconda vittima Santa Castorino

L’avvocato conosceva anche le due vittime ma non sa dire se fra le due donne il killer ci fosse una relazione come stanno cercando di appurare gli inquirenti per trovare un movente dietro i due omicidi. “Lui non era sposato e non so se frequentasse qualcuna in particolare, avevo capito che c’era una piccola storia in particolare, ma atteneva alla sua sfera privata” ha dichiarato.

Proprio sul movente si stanno concentrando ora gli accertamenti degli inquirenti che stanno passano al setaccio i telefoni di vittime e killer e tabulati telefonici alla ricerca di contatti. Qualche chiarimento potrebbe arrivare anche dall’uomo che era col killer al momento del primo agguato che è stato fermato ma che al momento si è avvalso della facoltà di non risponder.

13 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views