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Atterrati a Ciampino i cinque militari italiani feriti in un attentato in Iraq

Sono stati rimpatriati oggi pomeriggio i cinque soldati italiani rimasti feriti in seguito a un attentato rivendicato dallo Stato Islamico in Iraq. Ad accoglierli il Ministro della Difesa Guerini e quello degli Esteri Di Maio. I militari sono stati trasbordati su delle ambulanze e trasferiti all’ospedale del Celio.
A cura di Davide Falcioni
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Erano le 16 e 43 quando il C130 dell'Aeronautica Militare è atterrato all'aeroporto di Ciampino con a bordo i militari italiani feriti nell'attentato in Iraq rivendicato dall'Isis. Ad accogliere i soldati, oltre ai familiari, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ed il capo di Stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli. A bordo dell'aereo hanno viaggiato anche alcuni familiari giunti ieri a Ramstein con un C130 messo a disposizione dalla Difesa.

Poco dopo l'atterraggio quattro ambulanze militari hanno caricato i feriti, che sono stati trasferiti all'ospedale militare del Celio di Roma. Insieme ai ministri, anche il generale Salvatore Farina ed il capo di stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, che sono saliti a bordo per pochi minuti. Due dei militari appartengono al Reggimento Col Moschin, tre al Comsubin della Marina militare. Le fasi di sbarco e trasbordo dei soldati sui mezzi sanitari, avvenute con discrezione e senza la presenza di giornalisti, sono durate oltre mezz'ora. Su dei pulmini sono invece stati fatti salire i familiari. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo d'inchiesta per attentato con finalità di terrorismo e lesioni gravissime.

Il rimpatrio dei cinque militari, aveva reso noto il Ministero della Difesa con una nota, è stato deciso "dopo che i medici militari italiani hanno appurato le loro condizioni presso l'Ospedale militare Usa della Base di Ramstein in Germania e deciso di trasferirli presso l'ospedale militare del Celio a Roma". Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha dichiarato: "Ci stringiamo a loro e alle loro famiglie, felici di poterli riabbracciare. Siamo orgogliosi del lavoro che le nostre donne e i nostri uomini in uniforme svolgono con grande professionalità e coraggio ogni giorno nel mondo. Il loro impegno nelle aree di crisi rappresenta un contributo essenziale per difendere quei diritti, libertà e valori che stanno alla base della nostra costituzione e del diritto internazionale".

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