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Ast, gli operai delle acciaierie di Terni protestano a Roma: scontri e feriti

I lavoratori erano diretti al ministero dello Sviluppo Economico, ma sono stati bloccati dalla polizia. Vogliono farsi sentire dal Governo tedesco e dalla ThyssenKrupp, che di Ast detiene il 100% delle quote.
A cura di Biagio Chiariello
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UPDATE: In totale sono stati quattro gli operai dell'Ast di Terni feriti dopo una carica della polizia a Roma. Secondo la polizia, che ha diffuso anche un proprio video, la carica di alleggerimento sarebbe stata lanciata per impedire ai manifestanti di avviarsi verso la stazione ferroviaria di Termini per occuparla.  I rappresentati sindacali rigettano l'accusa, e attaccano: "Noi eravamo fermi, ci hanno caricato violentemente". "Da parte nostra non c'è stata alcuna provocazione, il presidio all’ambasciata tedesca era autorizzato e stavamo informando la polizia dell’intenzione di andare al ministero dello sviluppo" ha spiegato Rosario Rappa, segretario nazionale della Fiom anche lui colpito e ferito stamattina. "È assolutamente falso che volevamo occupare la stazione Termini e infatti siamo stati caricati dalla parte opposta di piazza Indipendenza, non quella che conduce a Termini" ha proseguito Rappa intervistato dall'huffingtonpost, aggiungendo: " La Digos sapeva esattamente dove volevamo andare, si devono essere conto della cavolata che hanno combinato, per questo si inventano delle falsità". A quanto si apprende Matteo Renzi avrebbe avuto una telefonata con il ministro Angelino Alfano nella quale avrebbe chiesto di avere un'analisi dettagliata degli scontri "per accertare le responsabilità". Dopo le polemiche il viceministro dell'Interno, Filippo Bubbico, ha spiegato che il Viminale aprirà un'inchiesta per verificare eventuali responsabilità della polizia.

Tensioni a Piazza Indipendenza, questa mattina, durante il corteo degli operai delle Acciaierie Speciali Terni. I manifestanti si stavano recando al ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito della protesta organizzata da Fiom contro il piano industriale ThyssenKrup, quando sono stati bloccati dagli agenti della polizia in tenuta antisommossa. Negli scontri tre manifestanti sarebbero rimasti feriti, tra loro anche i Gianni Venturi, coordinatore nazionale Fiom e Alessandro Unia del Rsu Fim Cis. "Hanno caricato gli operai- ha detto il segretario della Fiom, Maurizio Landini- Chiediamo un incontro con il ministro e il capo della polizia, devono spiegare quello che è successo".

Per far sentire la propria voce, gli operai hanno scelto direttamente l'ambasciata tedesca a Roma, ma è possibile che in futuro possano recarsi anche in Germania, ad Essen per la precisione, davanti alla sede della ThyssenKrupp che di Ast detiene il 100% delle quote. Dopo gli scontri, i dimostrati sono stati scortati dalla polizia verso la sede del dicastero, dove la situazione si è di nuovo fatta pesante. Gli operai hanno infatti iniziato a lanciare palline di gomma contro poliziotti.

“Quanto successo al corteo è un fatto grave e inaccettabile- sottolinea Luigi Angeletti, leader della Uil-sono le cariche la cifra della politica di attacco ai sindacati? In piazza c'erano solo lavoratori e non sindacalisti. Le forze dell'ordine non devono alimentare il disordine. Il governo deve intervenire e risponderne, perchè episodi del genere non possono passare sotto silenzi".

“L'unica mediazione possibile è che la ThyssenKrupp cambi il piano industriale, ritiri tutte le procedure unilaterali che ha avanzato finora, provveda immediatamente al pagamento degli stipendi; speriamo che il Governo lo dica forte e chiaro al management dell'azienda", dice Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm. "La manifestazione romana – ha sottolineato Rocco Palombella, leader dell'organizzazione sindacale, riferendosi alla protesta davanti alla sede diplomatica – verrà ripetuta ad Essen nel più breve tempo possibile perché la multinazionale tedesca su Terni ha sbagliato e deve cambiare rotta. Ci aspettiamo buone nuove dalla riunione in corso in queste ore a palazzo Chigi. L'intervento del Governo deve essere intransigente".

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