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Assolto dopo aver ucciso il figlio 32enne con una coltellata: “Era troppo ubriaco”

Secondo quanto stabilito da una perizia, il pensionato 72enne che uccise a Guagnano a coltellate il figlio al culmine di una lite familiare, era totalmente incapace di intendere e di volere al l’epoca dei fatti.
A cura di Biagio Chiariello
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Era stato condannato in primo grado a 30 anni di carcere per aver ucciso il figlio; ora è stato assolto in appello. Secondo i giudici Enzo Caretto, 72enne di Guagnano, non era imputabile mentre infliggeva una coltellata a Giovanni, 32enne, al culmine di una lite. Incapace di intendere e di volere per un livello di alcolismo ormai cronico così come accertato dalla consulenza redatta dallo psichiatra Domenico Suma e dal medico legale Roberto Vaglio, voluta dai giudici della Corte d’Assise d’Appello (Presidente Rodolfo Boselli, a latere Antonio Del Coco), sulla base dell’istanza presentata dei legali di Caretto, gli avvocati Sabrina Conte e Vincenzo Carbone. Come scrive il Corriere Salentino, “sarebbe stato proprio l’alcol a trasformare l’imputato da padre in killer la sera del 23 gennaio di due anni fa quando si consumò il delitto”. Le analisi eseguite in ospedale dopo la tragedia hanno rivelato che “l’anziano aveva un tasso alcolemico pari a 1,80 milligrammi per litro. Il 72enne avrebbe intrapreso una discussione prima con la moglie e poi con il figlio che intervenne in difesa della madre con il bilancio finale di trovarsi un coltello piantato nel torace”, scrive il quotidiano locale. Secondo quanto accertato dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina, la lite sarebbe degenerata dopo che il figlio avrebbe accusato il padre di non aver potuto proseguire gli studi per colpa sua.

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