Assistenza veterinaria gratis per i cani soldato dopo il congedo, appello dei militari italiani

Hanno salvato vite umane, fiutato droga, individuato esplosivi, ordigni o magari mine in territori di guerra ma dopo anni di onorato in servizio, quando per i cani militari arriva il momento del congedo, per loro non c'è nessuna agevolazione particolare anche se spesso vengono adottati dagli stessi soldati conduttori che cui hanno prestato servizio. Per questo alcuni rappresentanti dei militari dell'esercito italiano hanno deciso di lanciare un appello al governo e alle forze politiche affinché si possa introdurre un provvedimento di tutela di questi animali anche dopo il servizio operativo ad esempio con assistenza veterinaria gratis. La proposta è arrivata dal Cocer, il Consiglio centrale di rappresentanza dei militari, direttamente sula scrivania della Ministra della Difesa Elisabetta Trenta ma per ora sembra non ci sia alcuna novità.
La proposta nel dettaglio prevede di "garantire ai cani ceduti al personale militare l’assistenza a carico del servizio veterinario militare" e di istituire "un’assicurazione sulla vita dell’animale". "È assurdo considerare come, a distanza di un anno, la situazione dei cani militari non sia stata risolta e giaccia in una stagnante palude tra l’indifferenza della classe politica che non ha mosso un dito per difendere e garantire la dignità dei nostri amici a quattro zampe" ha sottolineato Francesco Gentile un delegato Cocer all'Adnkronos, ricordando che durante il servizio attivo vengono considerati dei militari con tanto di matricola e medaglie ma una volta a riposo sono trattati alla stregua di qualcosa da buttare.
"Un volta a riposo dei cani si occupano soltanto i loro conduttori, prendendoli in affido, con tutti gli oneri del caso ed, esclusivamente, a loro spese, togliendo dal bilancio familiare una fetta consistente di denaro che va a coprire cure mediche, assistenza veterinaria e quant’altro. La soluzione alternativa è l’adozione o, nella peggiore delle ipotesi, la soppressione. Quello che fa più male è vedere che questi nostri fedeli alleati in missione di pace e impiegati in attività pericolose, vengano considerati a fine carriera qualcosa di cui disfarsi" ha spiegato spiega Gentile chiedendo "pari dignità e pari diritti, in operatività e dopo" per i cani militari.