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Assalto al portavalori in Sardegna, spariti i soldi delle pensioni: “Rapinatori parlavano italiano”

Erano tutti vestiti in mimetica, con passamontagna e impugnavano armi da guerra i malviventi autori dell’assalto al furgone portavalori In Sardegna che ha fruttano un bottino da un milione di euro.
A cura di Antonio Palma
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Erano specialisti armati fino ai denti e parlavano italiano i rapinatori che mercoledì scorso hanno dato vita all’assalto al furgone portavalori a Giave, sulla strada Statale 131 in Sardegna portando via un consistente bottino da circa un milione di euro.

La conferma arriva dalla testimonianza di chi ha vissuto quei terribili momenti come la l’automobilista che era di passaggio e si è trovata davanti a quella che sembrava una vera e propria scena da filma in cui è rimata anche ferita da un proiettile vagante.

La donna, trentenne di Ozieri, ha confermato a La Nuova Sardegna quello che gli inquirenti avevano anticipato a Fanpage e cioè che ad agire è stato un gruppo ben organizzato e pesantemente armato che impugnava armi da guerra come fucili mitragliatori.

Per la donna era un giorno come un altro e stava recandosi al lavoro quando nel tratto tra il bivio per Thiesi e quello per Giave si è vista tagliare la strada da un’auto da cui son usciti uomini in mimetica e armati che le hanno intimato di tornare indietro.  Poco dopo si è scatenato l’inferno con decine di spari verso il furgone portavalori della ditta Vigilpol.

“Erano tutti uguali: passamontagna, giacca militare, scarponi. Erano armati, mi è sembrato che avessero una sorta di mitra” ha rivelato la donna che è stata operata per il proiettile al braccio ed è ora fuori pericolo.

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Inizialmente non aveva capito di cos si trattasse e anzi pensava ad una azione delle forze dell’ordine “Parlavano in italiano, non ho sentito una cadenza particolare. Io e anche altri, con cui ho parlato più tardi, abbiamo pensato che fossero dei militari proprio perché erano vestiti così” ha spiegato ancora la donna.

La trentenne è stata colpita successivamente durante la fuga dei banditi che sparavano ad altezza uomo dal finestrino dell’auto, risultata poi rubate e ritrovata poco dopo in fiamme a pochi chilometri dal luogo dell’agguato.

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Una azione tanto rapida quando violenta, dunque, che ha portato al ferimento anche di due vigilantes, l'autista del blindato, 38 anni, e il capo scorta, 51 anni, colpiti alle gambe dalle schegge.

I malviventi probabilmente avevano preparato con cura il colpo sapevano bene  quando come e chi colpire, visto che il blindato stava trasportando i soldi delle pensioni da consegnare negli uffici postali di Nuoro  e che sono spariti.

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