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Assalti a portavalori e caveau, droga e armi: maxi operazione a Cagliari, 32 arresti

Un gruppo criminale è stato smantellato dai carabinieri del Comando provinciale di Cagliari. Trentadue gli arresti per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, al traffico internazionale e alla detenzione di armi comuni da guerra e clandestine, all’organizzazione di rapine e assalti a caveau e furgoni portavalori e smercio di banconote false.
A cura di Susanna Picone
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Un gruppo criminale è stato smantellato dai carabinieri del Comando provinciale di Cagliari. Trentadue le ordinanze di custodia cautelare (20 in carcere e 12 ai domiciliari) eseguite nelle province di Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari, Livorno, Grosseto, Roma, Caserta e Napoli, nonché nel territorio della Corsica carabinieri del Comando Provinciale di Cagliari, disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari. Il blitz rappresenta la fase conclusiva dell’indagine "Maddalena" condotta dai carabinieri tra il 2018 e il 2020 sotto il coordinamento delle Dda delle Procure di Cagliari e Firenze. Le accuse contestate sono: associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, al traffico internazionale e alla detenzione di armi comuni da guerra e clandestine, all'organizzazione di rapine e assalti a caveau e furgoni portavalori e smercio di banconote false.

Traffico di stupefacenti, armi ed esplosivi

Le indagini sono scattate nel settembre del 2018 con il sequestro, nell'ovile dell'allevatore Umberto Secci, di un furgone Iveco Daily rubato a Nuoro insieme a un altro mezzo poi usato per un tentativo di rapina a portavalori a Castiadas. I carabinieri hanno avviato una serie di accertamenti che hanno permesso di portare alla luce una rete criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti, soprattutto cocaina e marijuana, al traffico di armi ed esplosivi, alle rapine e al riciclaggio di capitali illeciti. I carabinieri hanno anche accertato la vendita in Corsica di quasi 100 chili di droga tra marijuana, hashish e 5 cocaina). Umberto Secci teneva i contatti con Giovanni Mercurio, 56enne di Loculi che era a capo del gruppo criminale che gestiva il traffico di droga e armi con la Corsica. Per farlo si avvaleva dell'aiuto di Francesco Ledda, 49enne di Alà dei Sardi che, insieme al figlio Marco Davide e alla compagna Patrizia Scanu, si occupava della custodia, trasporto e commercializzazione della droga utilizzando la propria abitazione sull'isola francese. Mercurio reperiva lo stupefacente in Sardegna, Ledda lo trasportava in Corsica dove, con Dario Azzena, un sardo emigrato in Francia, aveva costituito una rete di spaccio. Venduta la droga inviava i soldi a Mercurio (in un caso 60mila euro in un altro 20mila). Una parte della droga arrivava dal Lazio attraverso Antonio Spano, 31enne di Olbia, e Federico Fiorentini Arditi. Gli accordi comprendevano anche l'organizzazione di rapine e soprattutto la fornitura di armi. A recuperarle, secondo quanto accertato dagli investigatori, era il corso Jean Luis Cucchi. Secondo quanto emerso dalle indagini, sul fronte degli assalti ai portavalori Mercurio e Ledda stavano preparando colpi alle sedi della Mondialpol, in Toscana a Cecina e in Sardegna a Elmas e stavano chiedendo l'aiuto a esponenti della criminalità campana, legati ai clan Fabbrocino e Di Lauro. Il tramite era un loro conoscente napoletano, Antonio Pagano. I preparativi della rapina alla Mondialpol di Cecina erano arrivati ad uno stato molto avanzato, ma saltò a causa di alcuni imprevisti.

“Giocato d'anticipo per sgominare la banda di criminali”

Secondo il colonnello Cesario Totaro, comandante provinciale di Cagliari dei carabinieri, c'erano i segnali che la banda potesse operare da un momento all’altro: “Sapevamo che avevano un micidiale potenziale di fuoco, dovevamo giocare d'anticipo. Con un lavoro straordinario siamo riusciti, facendo squadra, a mettere le mani sulla banda di sardi, campani e corsi”.

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