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Arresto Rocco Morabito in Brasile, preso anche il narcotrafficante Vincenzo Pasquino

Il narcotrafficante piemontese Vincenzo Pasquino è stato catturato a Joao Pessoa, in Brasile, dove era latitante almeno dal 2019, insieme al boss della ‘ndrangheta Rocco Morabito. Pasquino era considerato un punto di riferimento del traffico internazionale di stupefacenti proveniente dal Sud America.
A cura di Susanna Picone
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Nella stessa operazione durante la quale è stato arrestato in Brasile Rocco Morabito è finito in manette anche il narcotrafficante piemontese Vincenzo Pasquino. Trentuno anni di Torino, Pasquino era latitante almeno dal 2019. È stato arrestato a Joao Pessoa insieme al boss Rocco Morabito. Vincenzo Pasquino era considerato punto di riferimento del traffico internazionale di stupefacenti proveniente dal Sud America: destinatario di provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal Tribunale di Torino il 7 ottobre 2019, era irreperibile dal 5 novembre 2019, giorno dell'esecuzione della misura nell'operazione “Cerbero” dei Carabinieri del Comando Provinciale di Torino. Con tale provvedimento cautelare viene accusato di essere un esponente della criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista, operativo nel locale di Volpiano, e responsabile del reato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti per conto dell'associazione criminale calabrese. Ne è stata dichiarata la latitanza, con provvedimento del Gip di Torino del 9 gennaio 2020, ed è stato inserito nell'elenco latitanti pericolosi nel gennaio 2021.

Pasquino e Morabito tra i latitanti di massima pericolosità

L'operazione dei carabinieri del Ros, in collaborazione con i Comandi provinciali di Reggio Calabria e Torino, si è svolta in sinergia con la polizia brasiliana e il supporto di Fbi e Dea statunitense. È stato importante anche il contributo informativo fornito dalle autorità dell’Uruguay, dal carcere di Montevideo Morabito era evaso nel 2019. Pasquino e Morabito erano inseriti tra i latitanti di massima pericolosità facenti parte del "programma speciale di ricerca" e nell'elenco dei latitanti pericolosi stilato dal ministero dell'Interno. L'operazione è stata coordinata dalle procure distrettuali di Torino e di Reggio Calabria.

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