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Arrestato per armi e spaccio Ugo Di Puorto, figlio del boss accusato della strage di Corinaldo

Due degli indagati per la strage di Corinaldo del 2018 sono stati accusati di detenzione abusiva di armi, spaccio, ricettazione e lesioni personali. I giovani, insieme ad altre due persone, sono stati sottoposti a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Bologna. Tra gli indagati anche Ugo Di Puorto, figlio del boss Sigismondo Di Puorto del clan dei Casalesi nel Modenese.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Quattro giovani sono i destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Bologna per lesioni personali, detenzione abusiva di armi e munizioni, ricettazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Uno di loro è Ugo Di Puorto, figlio di Sigismondo Di Puorto, boss del clan camorristico dei Casalesi in provincia di Modena. Il giovane di 19 anni è coinvolto anche nella strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo dove l'8 dicembre del 2018 si esibiva il cantante Sfera Ebbasta.

Ugo Di Puorto, secondo l'accusa, era il personaggio "di spicco" del gruppo malavitoso. Durante le indagini riguardanti le nuove accuse di spaccio e detenzione di armi abusiva, gli agenti hanno scoperto che il 19enne aveva aggredito un coetaneo di Castelfranco Emilia in seguito a un diverbio. Dopo averlo picchiato, lo aveva nuovamente minacciato chiedendo agli altri destinatari dei provvedimenti cautelari di procurargli un'arma da utilizzare per risolvere la controversia.

Il figlio del boss faceva parte secondo gli inquirenti della banda  che nella discoteca piena di ragazzini in attesa dell'esibizione di Sfera Ebbasta ha usato lo spray al peperoncino per creare confusione e derubare i malcapitati. La sera dell'8 dicembre del 2018 il gruppo ha causato la morte di 5 minori e una mamma che aveva accompagnato la figlia al concerto del trapper. I militari hanno scoperto tramite il fascicolo su Corinaldo che alcuni dei soggetti coinvolti nell'inchiesta erano in possesso di armi e stupefacenti. Il gruppo criminale, secondo le forze dell'ordine, gestiva anche un giro di spaccio. Di Puorto e i suoi riuscivano a guadagnare tramite le diverse attività illecite anche 15000 euro al mese.

Chi è Ugo Di Puorto accusato della strage di Corinaldo

Nei fascicoli riguardanti la strage della discoteca viene riportato il contenuto di alcune intercettazioni ambientali effettuate dai carabinieri di Ancona in cui il 19enne parlava spesso del padre arrestato esprimendo grande ammirazione per i suoi trascorsi. Su Facebook esprimeva invece il proprio odio per la Polizia: l'immagine di copertina del suo profilo recava la scritta ACAB "all cops are bastards". Come il padre, anche lui aveva secondo le forze dell'ordine diversi interessi nel modenese. Dall'inchiesta sulla vicenda del locale Lanterna Azzurra era emerso che la banda non era nuova a rapine all'interno di locali fatte con l'ausilio di spray al peperoncino.

I furti nella Lanterna Azzurra e il tentativo di ricettazione da un Compro Oro

Ugo Di Puorto, insieme agli altri giovani coinvolti nella strage, aveva portato alcuni gioielli sottratti nella discoteca a un Compro Oro di Castelfranco. "Ho preso quelle cose perché mi minacciavano – ha dichiarato Andrea Balugani, titolare del negozio poi condannato per ricettazione -. Sono finito in una situazione più grande di me, ma ho avuto paura. Venivano sempre in quattro o cinque, costantemente sotto effetto di stupefacenti. Si sentivano grandi uomini. Mi minacciavano e bisognava fare quello che dicevano loro. In genere pensavo che quei gioielli arrivassero dalle loro case e quando provavo a fare domande mi dicevano di farmi gli affari miei e che sapevano dove abitavo".

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