“Arrestate il Coronavirus, vorrei giocare con gli amici”: la lettera di una bimba alla polizia

Il coronavirus inteso non come il nemico invisibile che da oltre un mese sta mettendo in ginocchio l'Italia, contagiando decine di migliaia di persone e causando oltre 6800 morti, ma come un criminale da poter arrestare per poter tornare a giocare con gli amici. È la visione, ingenua e commovente, di una bambina di 6 anni residente a Torino, Mia. La bimba ha scritto una lettera indirizzata alla questura del capoluogo piemontese, nella quale si è rivolta ai poliziotti e ai carabinieri chiedendo loro di arrestare il virus per consentirle di tornare alla vita di tutti i giorni, fatta di quei piccoli piaceri come giocare con gli amici di cui la bambina si è improvvisamente trovata privata.
Mia, 6 anni: L'ultima volta che sono uscita era febbraio
"Abito a Torino e l'ultima volta che sono uscita è stato quando sono andata a scuola e agli scout. Era febbraio", ha scritto la piccola Mia in stampatello, con una matita, su un foglio a quadretti che è giunto alla questura torinese. La bimba, come ha scritto il quotidiano "La Stampa", si è rivolta a "voi poliziotti e carabinieri che arrestate il Coronavirus" chiedendo di esaudire il suo semplice desiderio: "Vorrei ritornare a giocare con i miei amici". La lettera si chiude poi con un ringraziamento alle forze dell'ordine "per tutto quello che fate".
Tanti i bambini che hanno ringraziato le forze dell'ordine
Non è la prima volta che, in questa emergenza Coronavirus, i bambini identificano nella polizia e nei carabinieri i "buoni" impegnati a combattere contro un nemico di cui probabilmente non possono avere contezza (e d'altronde, non l'hanno avuta nemmeno esperti ben più adulti e preparati di loro). Era accaduto in diverse occasioni nei pressi dell'ex zona rossa istituita nel Lodigiano, lì dove si è sviluppato il primo focolaio del contagio. Diversi i bambini che avevano ringraziato per il loro impegno le forze dell'ordine impiegate nei check point (perché la zona era isolata e non si poteva entrare né uscire), donando loro un disegno o delle caramelle.