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Arbitro di 15 anni preso a calci e pugni alla fine di una partita: aveva espulso dal campo un giocatore

A Ginosa, in provincia di Taranto, ieri 7 dicembre al termine della partita Ginosa-Hellas Laterza un arbitro di 15 anni è stato preso a calci e pugni al termine dell’incontro.
A cura di Giorgia Venturini
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Un arbitro di 15 anni è stato preso a calci e pugni al termine della partita. È successo a Ginosa, in provincia di Taranto, ieri 7 dicembre al termine della partita Ginosa-Hellas Laterza. Si è trattato di un incontro del campionato Allievi provinciali Under 16, finito 3-0 per la squadra di casa. A scatenare la violenza dell'aggressore sarebbe stata la decisione del giovane arbitro di espellere un giocatore della squadra ospite.

Stando alla prima ricostruzione di quanto accaduto e a quanto riporta Today, al termine della partita il giovane direttore di gara stava rientrando negli spogliatoi. Mentre era nel tunnel è stato colpito da un giocatore dell'Hellas Laterza, ancora in divisa: il giocatore gli ha sferrato cinque pugni in faccia e un calcio al ginocchio. L'arbitro è stato successivamente soccorso e portato al pronto soccorso dove è stato dimesso poco dopo: i medici gli hanno detto che le ferite andranno a posto in 20 giorni. Intanto è stato informato chi di dovere e responsabile del campionato. Così l'aggressore è stato messo fuori rosa.

L'episodio è stato condannato dall'Aia, l'Associazione Italiana Arbitri, che ha commentato in questo modo l'accaduto: "È inaccettabile che la violenza continui a colpire giovani impegnati a far rispettare le regole e che l'Aia sia, di fatto, sola nel contrastare questa deriva. Pur confidando che la giustizia ordinaria agirà secondo i propri tempi, l'Associazione richiama istituzioni sportive, società e famiglie a un'assunzione immediata di responsabilità, con risposte dure e tempestive, prima che si verifichino conseguenze ancora più gravi".

Il Presidente Antonio Zappi, insieme al Comitato Nazionale, ai presidenti di Sezione ha espresso "indignazione profonda e ribadisce che l'Aia non resterà mai inerme davanti a uno scempio che continua nonostante le innovate sanzioni previste dal codice penale. Chi non prova vergogna per tutto questo manca di rispetto anche verso sé stesso, e il silenzio diventa complicità. Dalla nostra base associativa giunge ormai costantemente il grido di dolore per dire definitivamente basta a questa vergogna, che rappresenta una vera umiliazione per il calcio italiano e a cui l'Aia tutta ritiene sia ora di rispondere con azioni che saranno valutate nei prossimi giorni".

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