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Ancona, Emanuele Memè pronto a tornare in corsia a 81 anni: “Non so stare a casa senza far nulla”

Medico specialista in anestesia e rianimazione, ha dato la sua disponibilità all’Asur delle Marche per fronteggiare la carenza di personale in piena emergenza sanitaria.
A cura di Beppe Facchini
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“La sanità è nata e si impara in ospedale”. Parola di Emanuele Memè, medico specialista in anestesia e rianimazione, che a 81 anni potrebbe presto tornare in corsia. A causa della carenza di professionisti nel proprio territorio, l'Asur delle Marche, l'azienda sanitaria regionale, sta cercando di tamponare la mancanza di medici, spesso temporanea a causa di positività al Covid, con dei bandi che possano raccogliere le disponibilità di giovani, ma anche di sanitari ormai in pensione, proprio come Memè. “Sicuramente non lo faccio per soldi” dice a Fanpage.it il medico originario di Jesi e residente ad Ancona, dove per oltre 25 anni ha lavorato proprio nell'ospedale cittadino. “Mi piace essere ancora attivo – continua-. Chi me lo fa fare? Certo che c'è chi me lo chiede, è normale. Ma d'altra parte nella vita uno deve sapere che fare. E io, per esempio, non riesco a resistere a casa senza a non fare niente”.

Laureato nel 1968, prima di conseguire le varie specializzazioni, Memè ha concluso la sua carriera come primario al dipartimento materno-infantile del “Salesi” di Ancona, dove ha anche insegnato per anni. Dopo la pensione, però, non si è mai fermato, proseguendo la sua attività in libera professione. Svolge tuttora consulenze mediche in strutture sia pubbliche che private e collabora con l’equipe del dottor Timoteo Pernici, prestando servizio anche in diverse case di cura. Alla sua partecipazione al bando, l'Asur ha risposto positivamente, inserendolo fra i medici reperibili in caso di necessità per l'Area Vasta 3, quella che comprende anche l'ospedale di San Severino Marche, da dove proprio qualche giorno fa era partita la prima telefonata per il dottor Memè. Avrebbe dovuto sostituire un collega colpito dal virus, ma all'ultimo momento la struttura ha trovato un'altra soluzione. Il medico 81enne, ad ogni modo, non ha battuto ciglio e adesso rimane a disposizione per una nuova convocazione, appena necessario. La sua sarà una collaborazione occasione e in qualsiasi momento si dice pronto a dare il proprio contributo in sala operatoria.

“Vi è questa situazione, sia nel pubblico che nel privato di bisogno molto elevato di specialisti in anestesia e rianimazione – spiega- perché nel tempo si è dilatata la richiesta della loro presenza in tutte le branche, sia chirurgiche che mediche. Per esempio, non vi è oggi un'endoscopia che non richieda la presenza del rianimatore, perché ce n'è bisogno, in quando il soggetto può reagire in mille modi. A questo, oggi, si è sommata la questione legata al Covid, che ha fatto precipitare tutta l'organizzazione che magari prima era stata studiata per eventi di routine – continua – ma che adesso sta comportando lunghe lista d'attesa e intasamenti in tutti i pronti soccorsi e in tutti i reparti di terapie intensive e rianimatorie”.

“Qui nelle Marche – spiega ancora il medico 81enne – è successo quello che sta succedendo dappertutto: è arrivato il degrado, fra virgolette, della situazione sanitaria, che a forza di tagliare ha visto venir meno l'organizzazione dei posti letto e del personale. Tutto sempre in funzione del risparmio. La politica, praticamente, è entrata un po' troppo anche in corsia”. Ad ogni modo, il giorno in cui Memè farà il suo ritorno in ospedale è facile immaginare che ci si ritroverà anche a lavorare a stretto contatto con colleghi molto giovani o addirittura alle primissime armi, visto che con la lotta al virus si stanno arruolando medici e professionisti sanitari di ogni età, pur di far fronte alla carenza di personale. “A me fa piacere: stare coi giovani fa ringiovanire. Attualmente vedo che i ragazzi che oggi escono dall'università -continua- hanno una grande preparazione, ma sono carenti dal punto di vista pratico”. Darà una mano anche a loro con la sua esperienza? “Insegnare vuol dire che chi è più anziano gli dedica del tempo” risponde. “Ogni giorno, quando uno va in sala operatoria, non sa mai cosa potrà succedere. Può sempre capitare quella cosa che non avevi mai visto. E lì come si supera? Con la calma e l'esperienza”. Parola di un medico che ne ha viste tante e che sa come poter dare un aiuto importante, nonostante l'età non sia più quella di un ragazzino. “Non so quanto potrò durare – conclude infatti Memè -, mesi, un anno. Non lo so. Bisogna tener conto che il tempo procede in modo ineluttabile e irreversibile. Ma la soddisfazione per un medico è fare il medico. Anzi, essere medico. E poter vedere che la propria opera ha dato dei risultati positivi”.

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