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Anche il pane diventerà un lusso: un chilo costerà 6 euro senza tetto al prezzo del gas

Senza un freno al prezzo di energia e materie prima un chilo di pane costerà 6 euro, si perderanno 5.300 posti di lavoro e migliaia di panificatori saranno costretti a chiudere.
A cura di Davide Falcioni
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Senza un intervento immediato del governo per mettere un freno all'aumento del costo dell'energia un chilo di pane potrebbe arrivare a costare fino a 6 euro, 5.300 lavoratori e lavoratrici del settore della panificazione potrebbero finire in mezzo a una strada e – nella più grave delle ipotesi – centinaia di imprese del settore potrebbero essere costrette a sospendere la produzione. Il pane, alimento primario, potrebbe sparire per un po' dalle tavole degli italiano o diventare un "bene di lusso".

Nel pieno di una crisi economica devastante, con la guerra in Ucraina ben lungi dal concludersi, lo scenario è quello di una "tempesta perfetta" alle porte. L'inflazione, l'aumento del costo dell'energia e delle materie prima faranno lievitare i prezzi di migliaia di prodotti. Il pane sarà uno di questi. Fanpage.it ne ha parlato con Antonio Tassone, presidente nazionale Assipan Confcommercio.

I panificatori lamentano un fortissimo incremento dei prezzi di materie prima e energia. 

E fanno bene perché, senza troppi giri di parole, la situazione è drammatica, siamo in emergenza.

Ci fornisce qualche dato?

A parità di consumo a luglio 2022 il costo dell'energia è quasi quintuplicato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo aumento si somma a quello del costo delle materie prime, che già un anno fa aveva subito un incremento a causa di azioni speculative e della crisi climatica. Una nuova eclatante impennata dei prezzi c'è stata all'inizio della guerra in Ucraina: dal giorno dell'inizio dell'invasione abbiamo registrato un rincaro del 30% del costo della farina.

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E qual è la proiezione futura?

Quella di un nuovo aumento. I produttori di farine faranno pagare a noi panificatori il costo del caro bollette. Ci aspettiamo un ulteriore incremento variabile tra il 5 e il 10%.

Cosa devono aspettarsi i consumatori? 

Assipan Confcommercio ha condotto uno studio su ciò che potrebbe accadere senza un immediato intervento del governo. I dati ci dicono che circa 1.350 imprese del settore della panificazione potrebbero chiudere, con una perdita di forza lavoro di circa 5.300 unità. Un disastro. Naturalmente per chi produce un alimento come il pane non è così immediato tradurre l'aumento del costo di produzione in un aumento del listino, perché siamo perfettamente consapevoli che si tratta di un bene di prima necessità. Però, se saremo costretti a farlo, il rischio è che un chilo di pane possa arrivare a costare 6 euro. Temiamo sia inevitabile, purtroppo. E sappiamo anche che una mazzata del genere si tradurrebbe in una riduzione dei consumi.

Cosa chiedete al governo? 

Servono interventi immediati. Il governo deve imporre un tetto al prezzo del gas e sganciarsi dal mercato TTF (Title Transfer Facility, mercato virtuale per lo scambio del gas naturale con sede in Olanda). Inoltre deve essere considerata una moratoria per i finanziamenti in essere per un periodo di almeno 12 mesi per consentire alle aziende sotto shock finanziario di recuperare, un po' come era stato fatto nel clou della pandemia con il decreto liquidità. In assenza di provvedimenti di questo tipo saremmo di fronte a una tempesta perfetta: molti panificatori decideranno di sospendere la produzione e il pane artigianale, bene primario, potrebbe mancare dalle nostre tavole.

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