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Amazzonia, a gennaio deforestazione record: distrutta area grande come Napoli, Palermo e Milano

Nel solo mese di gennaio del 2022 nella Foresta Amazzonica è stata disboscata un’area grande come le città di Napoli, Palermo e Milano messe insieme, pari cioè a circa 430 chilometri quadrati.
A cura di Davide Falcioni
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Nel solo mese di gennaio del 2022 nella Foresta Amazzonica è stata disboscata un'area grande come le città di Napoli, Palermo e Milano messe insieme, pari cioè a circa 430 chilometri quadrati. Il dato è ben cinque volte superiore rispetto a quello dello stesso periodo del 2021 e mostra ancora una volta come il Governo Bolsonaro abbia in spregio la difesa di uno dei più estesi polmoni del pianeta. I dati sono stati raccolti dall’agenzia di ricerca spaziale Inpe, i cui ricercatori da anni osservano preoccupati la progressiva distruzione dell'Amazzonia: da quando Jair Bolsonaro è diventato presidente, nel gennaio 2019, la distruzione delle foreste è in aumento, così come l’indebolimento delle protezioni ambientali.

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Le ragioni della deforestazione della foresta Amazzonica vanno ricercate nella sere di profitto di pochi imprenditori senza scrupoli. Come ha spiegato il ricercatore di modelli ambientali presso l'Università Federale di Minas Gerais, Britaldo Soares Filho, proprietari terrieri, grandi agricoltori e allevatori sono gli unici a trarre giovamento dalla distruzione della foresta, che offre loro la possibilità di estendere coltivazioni e pascoli al prezzo di danni incalcolabili all'ecosistema brasiliano e di conseguenza all'intero pianeta. In tutto il 2021 sono stati distrutti 9.724 chilometri quadrati di foresta, l’equivalente di un'area grande come le intere Marche. Si tratta del 33 per cento in più rispetto al 2020, anno che si era già rivelato estremamente critico per la salute dell’Amazzonia. Una recente indagine ha inoltre dimostrato che numerosi agricoltori brasiliani – già inclusi in passato nella lista nera della deforestazione dell’Amazzonia – sono stati autorizzati a ricevere prestiti sovvenzionati dal governo per acquistare trattori e altre dotazioni tecniche. I prestiti sono stati concessi dalla Banca nazionale per lo sviluppo economico e sociale (Bndes), attraverso un programma di misure per favorire l’agricoltura e gli allevamenti, naturalmente a discapito della biodiversità. La conservazione della Foresta Amazzonica – minacciata dall’espansione degli allevamenti e dalla coltivazione di soia –  è determinante per frenare gli effetti dei cambiamenti climatici, grazie alla grande quantità di gas serra assorbiti dalle sue piante.

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