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Omicidio Altavilla Milicia a Palermo

Altavilla, un conoscente di Carandente: “Nei giorni della strage mi scrisse che stava aiutando una famiglia”

Un uomo ha raccontato di aver conosciuto sui social Massimo Carandente, accusato insieme alla compagna e a Giuseppe Barreca di aver ucciso ad Altavilla Milicia Antonella Salamone e i suoi due figli, e di averci parlato anche nei giorni della strage. “Il 3 febbraio mi disse che sarebbe andato a dormire da questi fratelli che avevano bisogno. Dopo giorni di silenzio, il 10 si è rifatto sentire ma poi è sparito. Ho visto il tg e ho capito cosa era successo”, ha detto.
A cura di Eleonora Panseri
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Massimo Carandente e Sabrina Fina (Foto Facebook)
Massimo Carandente e Sabrina Fina (Foto Facebook)
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"Verso il 12, 13 dicembre Massimo Carandente mi ha chiesto l'amicizia. Ho detto: "Sarà un fratello", e ho accettato. Abbiamo fatto una videochiamata su Whatsapp che è durata per una sera intera. Abbiamo parlato un po' della vita: mi ha raccontato che aveva divorziato, che poi si era trasferito a Palermo, aveva conosciuto lei (Sabrina Fina, ndr) e che poi si erano sposati. Il 3 febbraio mi disse che sarebbe andato a dormire da questi fratelli, mi aveva detto che seguiva una famiglia che aveva bisogno ma non mi ha detto in che modo. Perché sennò gli dicevo altre cose, noi non facciamo esorcismi".

Così un conoscente di Massimo Carandente, l'uomo accusato di aver ucciso ad Altavilla Milicia la 42enne Antonella Salomone e i suoi figli di 16 e 4 anni, Kevin ed Emmanuel, insieme alla moglie Sabrina Fina e al muratore 54enne Giovanni Barreca, ha raccontato durante la trasmissione Mediaset Pomeriggio Cinque il primo "incontro" con il 51enne e i loro ultimi contatti prima del triplice omicidio e del suo arresto.

Le tre vittime sarebbero morte dopo giorni di torture messe in atto per "liberarli dal demonio", secondo quanto raccontato dalla figlia 17enne di Barreca, sopravvissuta al massacro e a sua volta indagata per omicidio e occultamento di cadavere. Dalla sua confessione è infatti emerso che anche lei e il fratello 16enne avrebbero partecipato alle torture sulla madre e sul fratellino durante l'esorcismo.

Giovanni Barreca e Antonella Salamone
Giovanni Barreca e Antonella Salamone

"Dopo giorni di silenzio, si è rifatto sentire. Per un po' mi ha tempestato di domande, chiedendomi come stavo e cosa stavo facendo. Io gli rispondevo che stavo bene e che stavo lavorando. La sera gli rispondevo e chiedevo a lui cosa faceva. E lui mi diceva che andava in riva al mare o stava sul divano, faceva la vita da disoccupato. L'ultimo messaggio che mi ha mandato è del 10 febbraio. Mi ha invito il solito versetto biblico. L'11 gli ho scritto io, ma ho visto che non ha ricevuto il mio messaggio. Poi ho appreso la notizia al telegiornale domenica sera e ho capito per quale motivo non poteva rispondere", conclude il testimone.

Almeno "altri 10 adepti" nella setta di Carandente e Fina

Non sarebbe più solo un sospetto quello di una vera e propria setta dietro la strage. Gli inquirenti infatti hanno scoperto che dietro Giovanni Barreca e i suoi due complici ci sarebbe un gruppo di fanatici religiosi più ampio. I componenti sarebbero almeno una decina, secondo quanto confermato da fonti investigative a Fanpage.it. Corrisponderebbero a una serie di contatti trovati nel cellulare dei tre attualmente agli arresti, persone che conoscevano la condizione del nucleo familiare preso di mira.\

Giovanni Barreca
Giovanni Barreca

Gli inquirenti avrebbero nomi e cognomi degli adepti, persone che si riunivano in preghiera con Carandente e la sua compagna. I due, stando a quanto reso noto finora, vivevano di espedienti e poco prima della strage si erano trasferiti a casa di Barreca, dove avevano vitto e alloggio gratuito. Il "gruppo religioso" avrebbe, secondo il gip di Termini Imerese, una "connotazione criminale più ampia". La coppia era nota agli adepti come "fratelli di Dio" e aveva palesato ai loro compagni la situazione di Barreca e della sua famiglia. Secondo chi indaga, insomma, almeno 10 persone avrebbero saputo che nella villetta di Altavilla Milicia si sarebbero svolti esorcismi e riti di liberazione dagli spiriti.

“Antonella Salamone cercava casa per sé e i figli”

Antonella Salamone stava forse cercando una via d'uscita da una situazione familiare che cominciava a starle stretta, che le generava ansia e preoccupazione. È quanto emerso dalle parole di una testimone che ha parlato ai microfoni di Mediaset, intervistata da Mattino Cinque, un'agente immobiliare che avrebbe incontrato la donna proprio poco prima della strage.

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La donna ha raccontato di aver incontrato la donna il 5 febbraio: "Mi chiese delle fotocopie, tempo indietro mi chiedeva di prendere in locazione un appartamento. Io non ho potuto aiutarla perché non erano presenti garanzie reddituali e mi è stato difficile. Ma ho sempre avuto il sentore che ci fosse qualcosa di strano. Mi sento anche un po' responsabile: forse tutto questo non sarebbe accaduto se avesse preso una casa e fosse andata via".

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