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Alluvione Livorno, procura chiede processo per l’ex sindaco Nogarin: “Omicidio colposo plurimo”

La procura di Livorno avrebbe notificato l’atto all’ex sindaco pentastellato e all’ex capo della protezione civile Riccardo Pucciarelli. Dovranno rispondere della morte di otto persone durante la tragica notte tra il 9 e il 10 settembre 2017. L’accusa è omicidio colposo plurimo.
A cura di Biagio Chiariello
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La notte tra il 9 e il 10 settembre 2017 una violenta alluvione colpì Livorno; il Rio Ardenza e il Rio Maggiore ruppero gli argini e la furia delle acque devastò la città. Le vittime furono 8. Al termine di una lunga indagine la procura locale ha chiesto il processo per l'ex sindaco Filippo Nogarin (M5S) e per l'ex capo della protezione civile del Comune labronico Riccardo Pucciarelli. Per entrambi l'accusa sarebbe quella di omicidio colposo plurimo. L’inchiesta si è concentrata sulla gestione dell'emergenza e sulle presunte gravi carenze riscontrate nella macchina organizzativa della protezione civile comunale che non avrebbe provveduto ad allertare i residenti dei quartieri a più alto rischio. Mancanze che secondo l'accusa hanno causato lo straripamento dei due corsi d’acqua che avrebbero poi invaso le abitazioni delle otto vittime. L'udienza in cui la richiesta dei pm sarà valutata dal giudice per le udienze preliminari – che potrà accoglierla, respingerla o chiedere un supplemento di indagini – è prevista per il gennaio 2020.

Alluvione Livorno, perché Nogarin rischia il processo

Nella notte che devastò Livorno, l’allora sindaco Nogarin, per sua stessa ammissione, fu informato del disastro solo alle 6,46 di domenica, quando ormai il nubifragio si era allontanato per lasciare dietro di sé morti e devastazione. Inoltre, stando allo scambio di comunicazioni e bollettini meteo tra il Centro di monitoraggio della Regione e la Protezione civile del Comune di Livorno fra le ore 3 e le 4 della notte tra sabato e domenica, quando il personale di servizio ha accertato che il Rio Maggiore stava per rompere gli argini, non sarebbe scattato alcun allarme particolare per la popolazione, nello specifico per le oltre 2mila e seicento persone che abitavano nella zona a rischio esondazione e per questo inserite in un apposito elenco della Protezione civile. Nogarin si era difeso sostenendo che l'allerta meteo diramata dalla Regione era arancione e non rossa – si difende l’ex sindaco- per questo non aveva allertato i proprio cittadini. Tra i fatti contestati all'ex primo cittadino anche l'avere smantellato la struttura della protezione civile, nominando al vertice della stessa Riccardo Pucciarelli, comandante dei vigili urbani in possesso solo di una laurea Scienze Politiche, al posto del precedente responsabile che avrebbe avuto una qualifica sicuramente più adeguata.

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