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Allarme uova contaminate: come leggere il codice identificativo

L’allarme contaminazione da Fipronil ha costretto Ministero della Salute e Nas a fare chiarezza sulla reale portata del rischio nel nostro Paese. Intanto il Codacons ci spiega come imparare a leggere la ‘carta d’identità’ delle uova di tipo A (quelle fresche).
A cura di Biagio Chiariello
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Ne consumiamo oltre duecento a testa e 36,5 milioni in totale ogni anno, fra fresche o contenute in dolci e cibi preparati. Le uova, grandi protagoniste delle tavole italiane, sono in questi giorni nell'occhio del ciclone in tutta Europa per l'allarme contaminazione da Fipronil, un insetticida prodotto in Belgio e utilizzato anche sulle uova di allevamenti olandesi. Coinvolti nell'esportazione ben 15 Paesi, fra cui l'Italia. Ministero della Salute e Nas ne hanno analizzate 114, sia tra prodotti in vendita in negozi e supermercati che negli allevamenti: sono emerse due positività. Mentre a Milano è emerso un altro sequestro, precedente alle ispezioni ministeriali e relativa proprio a derivati: si tratta di un lotto di omelette surgelate, che, in seguito ai controlli fatti dall’Ats (l’ex Asl) della città metropolitana di Milano con i Nas, sono risultate prodotte con “uova contaminate dal Fipronil”.

Il codice delle uova

Ad ogni modo, al momento il rischio per l’Italia pare basso. Volendo aggiungere qualche cautela in più, è utile capire come leggere la ‘carta d'identità' delle uova di tipo A (quelle fresche) obbligatoria ai sensi del Regolamento CE 2295 del 2003 e non a discrezione del produttore. Si tratta del codice che riporta informazioni relative all’origine del prodotto. A spiegare nel dettaglio significato e lettura di ogni carattere è il Codacons Piemonte. "Le prime cifre indicate nell'etichettatura del guscio – spiegano -, risultano le più importanti e facilmente comprensibili al consumatore. Esse indicano il tipo di allevamento da cui provengono le uova e il paese di origine. Le cifre successive indicano la provincia e il comune di allevamento e l’allevamento specifico da cui proviene".

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Ecco come leggerlo

Come mostrato dalla grafica, la prima cifra indicata (che va da 0 a 3) riporta la tipologia di allevamento delle galline: (0 agricoltura biologica, 1 uova da allevamento all'aperto, 2 allevamento a terra, 3 allevamento in gabbia). Le successive lettere sono invece l'identificativo dello Stato di produzione (IT nel caso dell'Italia). Le cifre seguenti indicano invece il codice Istat del comune di produzione. Le lettere che seguono sono invece identificative della provincia di produzione. Le ultime cifre indicano invece nome e luogo dell'allevamento in cui la gallina ha deposto l'uovo. Nel rigo successivo si trova la data di scadenza del prodotto oppure la data di deposizione.

Cosa dice il Codacons

Va detto che questo codice esiste solo per la Comunità Europea: se la provenienza delle uova è di Paesi terzi, la dicitura sugli imballaggi sarà invece "sistema di allevamento indeterminato". "Questo – assicurano – non deve preoccupare il consumatore italiano, poiché le uova consumate direttamente (uova fresche), di norma sono prodotte in Italia. L'Italia è un Paese esportatore di uova, quindi le uova comprate in Italia, salvo possibili rarissime eccezioni sono prodotte nel nostro Paese". "Ovviamente il consumatore – ricorda ancora il Codacons Piemonte -, a parte il codice sul guscio dell'uovo, avrà sempre a disposizioni le informazioni che obbligatoriamente per legge devono essere sempre ben visibili sulle confezioni delle uova, come per esempio la categoria delle uova (A), il sistema di allevamento, la data di consumo preferibile, il numero di uova confezionate, il peso, il nome e la ragione sociale dell'azienda produttrice, le modalità di conservazione e il sistema di allevamento delle uova".

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