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Cambiamenti climatici

Allarme caldo, oggi bollino rosso in 23 città. Inps: “Oltre i 35° si può chiedere cassa integrazione”

Oggi giornata di caldo record in Italia. Landini: “Non si può morire di caldo sul lavoro”. Inps: “Oltre i 35 gradi possibile richiedere la cassa integrazione”.
A cura di Davide Falcioni
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Quella di oggi, mercoledì 19 luglio, sarà molto probabilmente la giornata più calda del 2023 a causa dell'anticiclone africano che continuerà a investire l'Italia dal nord al sud: è questa la ragione per cui il Ministero della Salute, nel suo quotidiano bollettino sulle ondate di calore, ha previsto il bollino rosso per la quasi totalità delle città italiane, ben 23, in aumento rispetto alla giornata di ieri: si tratta di Ancona, Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Civitavecchia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Rieti, Roma, Trieste, Torino, Venezia, Verona e Viterbo. A Milano e Reggio Calabria, segnalate con bollino arancione, si respirerà invece un po' di più.

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I medici d'emergenza del Lazio: "Accessi al Pronto Soccorso aumentati del 20%"

In questo quadro ieri i pronto soccorso di tutta Italia hanno registrato un boom di accessi per malori dovuti alle temperature estreme. "Fino a domani (oggi per chi legge, ndr) ci aspettiamo il peggio. Già oggi vediamo un netto aumento degli accessi dovuti al caldo. L’appello è per la prevenzione. Gli anziani devono stare in casa e i parenti cerchino di aiutarli", ha spiegato ieri Giulio Ricciuto, presidente della Società Italiana di Medicina d'Emergenza-Urgenza Simeu del Lazio, aggiungendo che "vediamo un aumento degli accessi dovuto al caldo del 20%. Ormai coloro che hanno problemi legati direttamente o indirettamente alle alte temperature sono un quarto dei pazienti dei pronto soccorso".

OMS: "Bisogno disperato di azioni contro la crisi climatica"

Hans Kluge, direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità per l’Europa, ha confermato che le ondate di caldo causate dai cambiamenti climatici costituiscono un problema sanitario di primo ordine: "C’è il bisogno disperato e urgente di un’azione regionale e globale per affrontare efficacemente la crisi climatica, che rappresenta una minaccia per l’esistenza dell’umanità", ha detto il dirigente dell'OMS, che ha ricordato gli oltre 60mila morti per il caldo nel nostro continente nel 2022. "Dobbiamo adattarci quest’estate alla nuova realtà e guardare agli anni e ai decenni a venire, pensare a soluzioni a lungo termine, che richiedono azioni globali e adattate a livello locale".

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Caldo record, il Ministero attiva numero d'emergenza 1500

In attesa di piani di adattamento strutturali agli effetti del cambiamento climatico si lavora per fronteggiare come possibile l'emergenza. A partire da oggi sarà attivo il servizio di pubblica utilità 1500, numero messo a disposizione dal Ministero della Salute affinché i cittadini possano avere informazioni su come comportarsi per proteggersi dal caldo. Il 1500 sarà attivo tutti i giorni dalle 8 alle 20. A rispondere, in questa prima fase, sarà personale del Ministero qualificato e formato, in attesa che si concludano le procedure con il Mef per il riaffidamento del servizio in outsourcing.

L'Inps: "Possibile cassa integrazione per i lavoratori esposti a caldo torrido"

Ma le temperature torride degli ultimi giorni pongono un tema di sicurezza anche, anzi soprattutto, per alcune categorie di lavoratori. Per questo l'Inps già dal 2017 ha introdotto una norma secondo cui le temperature eccezionalmente elevate (superiori a 35°), che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l'utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore, possono costituire evento che può dare titolo alla Cassa integrazione ordinaria.

L'Inps ha avvertito che i fenomeni climatici estremi sono stati posti in relazione con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro e nel 2022 ha dato indicazioni su quali sono i settori per i quali si può chiedere la cassa integrazione ordinaria in caso di temperature superiori ai 35 gradi. "Ne sono esempio – si legge – i lavori di stesura del manto stradale, i lavori di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all'aperto che richiedono indumenti di protezione, ma anche tutte le fasi lavorative che, in generale, avvengono in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l'utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore". "Si chiarisce – si legge nel messaggio – che possono rilevare anche le cosiddette temperature percepite, ricavabili anch'esse dai bollettini meteo, quando le stesse siano superiori alla temperatura reale".

Landini: "Non si può morire di caldo sul lavoro"

"L'ondata di calore che sta interessando il nostro Paese aumenta pericolosamente i rischi sulla salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori e, purtroppo, ha già provocato due morti in questi ultimi giorni. Tutto questo è inaccettabile". Lo ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. "Abbiamo chiesto ai nostri delegati nei luoghi di lavoro di richiedere alle aziende incontri urgenti per negoziare le necessarie modifiche temporanee all'organizzazione del lavoro, rimodulando turni e orari, fino ad arrivare quando necessario all'astensione dalle attività".

"Insieme a Cisl e Uil – ha aggiunto Landini – abbiamo anche richiesto al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, che, in raccordo con l'Inail, vengano date urgenti indicazioni alle imprese di valutare, insieme alle rappresentanze sindacali, modifiche temporanee all'organizzazione del lavoro, senza escludere il possibile ricorso alla Cigo per eventi climatici straordinari. Infine, riteniamo che sia necessario avviare su questo tema una grande campagna informativa utilizzando ogni mezzo di comunicazione".

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