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Alitalia, chiusa l’inchiesta: 21 indagati, anche Ad Unicredit e vice presidente Confindustria

La Procura di Civitavecchia ha chiuso le indagini sulla gestione della compagnia di bandiera notificando gli avvisi di conclusione indagine a 21 persone tra ex componenti del cda di Alitalia, commissari e consulenti. Le accuse a vario titolo sono di bancarotta fraudolenta, ostacolo alle funzioni di vigilanza e falso in atto pubblico.
A cura di Antonio Palma
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Sono 21 gli indagati nell'inchiesta su Alitalia tra ex componenti del cda della compagnia aerea, commissari e consulenti: tutti nomi eccellenti. È quanto emerge dalle carte dell’inchiesta della Procura di Civitavecchia che oggi ha chiuso le indagini sulla gestione della ex compagnia di bandiera facendo notificare i relativi provvedimenti. Tra i nomi elencati dalla Procura romana figurano anche l'attuale amministratore delegato di Unicredit Jean Pierre Mustier, la vice presidente di Confindustria Antonella Mansi e l'ex commissario di Alitalia e liquidatore di Air Italy, Enrico Laghi. Nel procedimento giudiziario, in cui erano già entrati i nomi di Montezemolo, Ball Cramer e Hogan (ex Ceo di Etihad) , risulta indagata infine anche la società Alitalia Sai per responsabilità amministrativa degli enti.

I nomi interessati dagli avvisi di conclusione indagine emessi dalla Procura di Civitavecchia sono: Silvano Cassano, Luca Cordero di Montezemolo, Mark Ball Cramer, Duncan Naysmith, Reginald James Hogan, Carlo Rosati, Claudio De Cicco, Matteo Mancinelli, Paolo Merighi, Corrado Gatti, Alessandro Cortesi, Roberto Colaninno, Denis James Rigney, Jean Pierre Mustier, Giovanni Bisignani, Andrea Paolo Colombo, Antonella Mansi, Enrico Laghi, Domenico Falcone, John Charles Shepley, Giancarlo Schisano. Gli indagati, a vario titolo, devono rispondere delle accuse di bancarotta fraudolenta aggravata, false comunicazioni sociali, ostacolo alle funzioni di vigilanza e falso in atto pubblico.

Secondo le indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma, alcuni indagati avrebbero fornito “indicazioni di dati di segno positivo difformi dal vero” sulla compagnia aerea, “consentendo il progressivo aumento dell'esposizione debitoria e cagionando o comunque concorrendo a cagionare il dissesto della società”. In pratica, secondo i pm, sarebbero state messe in atto misure illegali volte a “migliorare artatamente i dati sulle condizioni economiche di Alitalia Sai, allo scopo di compensare risultati negativi”.

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