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Alessandro, ragazzo cieco amante dei viaggi, bloccato in Colombia: “Sito Farnesina non accessibile”

La sua disabilità visiva non lo ferma. Alessandro ama lo sport ma la sua più grande passione è girare il mondo. Da due mesi è rimasto bloccato in Colombia a causa dell’emergenza Coronavirus. Amareggiato per non essere riuscito a interloquire con i canali istituzionali italiani in Colombia e anche per i siti non accessibili per i non vedenti:”Grazie all’aiuto della mia famiglia e degli amici, ho fatto rientro in Italia qualche giorno fa – racconta Alessandro – il sito della Farnesina si dichiara accessibile ma non lo è”.
A cura di Francesco Bunetto
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Alessandro Bordini è un ragazzo cieco di 34anni di Verona. È rimasto bloccato in Colombia a causa dell'emergenza Covid- 19. Il ragazzo ha avuto diverse difficoltà nell'interazione con l'Ambasciata di Bogotà e ha preso atto della poca accessibilità, e forse nulla, dei canali istituzionali della Farnesina per far rientro in Italia.

"Bloccato in Colombia. Discriminato"

Un viaggio di qualche giorno in Colombia per concedersi un ultimo sfizio per poi rientrare in Italia per lavoro. Ma quel viaggio è durato per ben due mesi. Per fortuna, ospitato da un amico che lo ha aiutato fino alla fine. "Ho cercato di comunicare con l'Ambasciata italiana di Bogotà – ha detto a fanpage.it Alessandro – ma non ho ricevuto risposta. È stato cancellato il mio volo di rientro previsto per il 12 di marzo ma dopo circa una settimana, la Colombia ha anche chiuso le frontiere quindi non ho avuto proprio modo di rientrare. Ho avuto delle difficoltà nell'interagire con i canali istituzionali  – continua Alessandro – ho cercato anche di segnalare la mia posizione tramite il sito della Farnesina "Viaggiare sicuri" e tale sito, che dovrebbe essere per norma accessibile, in realtà non lo è perché per registrarsi è presente un codice captcha senza audio e per me è stato come avere un muro davanti". Poi, dopo qualche settimana, sono riuscito a mettermi in contatto con l'Ambasciata, grazie ai miei genitori, in un modo o nell'altro sono riuscito a prendere un volo per rientrare in Italia. Conclude – mi sono sentito discriminato e la cosa mi ha provocato un certo tipo di disagio".

Viaggiare al buio

Alessandro è uno dei pochi, forse l'unico, non vedente che gira il mondo. Scrive libri ed è seguitissimo su Instagram e Facebook . Purtroppo, in seguito a un grave incidente paracadutistico ha perso la vista ma il ragazzo ha deciso di affrontare la vita con spirito di scoperta di se stesso e del mondo intero. Dedica totalmente la sua vita alla lotta contro la discriminazione e si batte per sensibilizzare l'inclusione del diverso come opportunità. È un vero e proprio esempio di vita. È l'unico non vedente italiano a fare il giro del mondo. I suoi viaggi, un modo come sconfiggere le paure e di scoprire la bontà delle persone pronte ad aiutarlo.  "Il viaggio – ha detto Alessandro – è uno stato mentale che parte prima di tutto dalla nostra testa- Un giorno – racconta – sono partito il 2 aprile del 2013 munito di bastone bianco, zaino e iphone e ho iniziato ad attraversare paese dopo paese tutti una serie di luoghi sparsi in tutto il mondo. Il come affrontarle questo era un po' affidato al destino. Conclude – Ad oggi 90 paesi attraversati un'infinità di esperienze meravigliose".

La diversità come ricchezza

L'invito di Alessandro di aprirsi alla vita e alla diversità e scoprirla come fonte di ricchezza. Forse il diverso spaventa o è molto spesso un limite ma può anche risultare un'opportunità. "Per me l'inclusione è un percorso – afferma Alessandro –  un altro viaggio che porta ricchezza al mondo". L'inclusione? Per me è rendere il mondo più facile e più accessibile per tutti". Le frasi di Alessandro sono come perle di saggezza. Abili, non abili, vedenti, non vedenti, sordi, udenti, effettivamente per Alessandro l'inclusione è qualcosa che riguarda tutti. Un atteggiamento e quel modo di vivere e interpretare la vita che cerca un po' alla volta di abbattere gli ostacoli che limitano l'integrazione sociale per tutti. Conclude Alessandro – "Mi auguro che questa emergenza sia servita alle persone per rendersi conto che non bisogna chiudersi, perché più ti chiudi e più rimani da solo: apriamoci alla vita, alla fiducia, alle altre persone, alle altre culture e a tutto ciò che è diverso perché riceveremo tanto indietro e l'augurio è che si possa trovare il maggior numero di persone che possano approfittare di questa situazione per imparare una lezione o più lezioni di vita molto importanti".

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