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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Al via oggi l’incidente probatorio sul delitto di Garlasco: quali saranno i reperti che verranno analizzati

Oggi 17 giugno inizierà ufficialmente nei laboratori della polizia scientifica di Milano l’incidente probatorio sul delitto di Garlasco: ecco quali reperti e quali para-adesivi verranno analizzati nei prossimi mesi e cosa succederà oggi.
A cura di Giorgia Venturini
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Chiara Poggi
Chiara Poggi
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Oggi è il giorno in cui prenderà il via ufficialmente l'incidente probatorio sul delitto di Garlasco. Periti, consulenti e forse anche tutti gli avvocati si troveranno alle 10.30 nel Gabinetto regionale della polizia scientifica per la Lombardia a Milano. Sarà il giorno della burocrazia e delle grandi scoperte. Perché oggi verrà presentato il piano di lavoro, ovvero un calendario di quello che verrà fatto giorno dopo giorno, e verrà svelato quali sono i reperti che passeranno nella mani dei due periti, cioè il Commissario Capo Tecnico Biologo Denise Albani e il sovrintendente tecnico Domenico Marchigiani.

Gli oggetti prelevati dalla scena del crimine – e ancora disponibili dopo 18 anni – sono stati recuperati lo scorso 12 giugno dai carabinieri del Nucleo investigativo dal centro di Medicina legale di Pavia dove il materiale era custodito. I vari consulenti delle parti hanno visto i plichi consegnati ma non sanno ancora cosa c'è al suo interno.

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Quali oggetti verranno analizzati nell'incidente probatorio

I reperti che finiranno sui tavoli del Gabinetto regionale della polizia scientifica sono quelli prelevati dalla scena del crimine e ancora utilizzabili. Tra questi ci sono i frammenti del tappetino insanguinato trovato nel bagno della villetta dei Poggi in via Pascoli, da cui però erano sparite tre salviette. Ma dopo 18 anni verranno analizzati anche alcuni oggetti per la prima volta: si tratta degli oggetti trovati nella spazzatura in casa Poggi il giorno del delitto, il 13 agosto 2007, e quelli presenti nel salotto dove la vittima stava facendo colazione prima di aprire la porta ed essere uccisa con alcuni colpi alla testa.

Come si legge nella richiesta dei pm al gip per eseguire l'incidente probatorio, si trattano di oggetti che "non sono mai stati sottoposti ad analisi genetica o hanno fornito un esito dubbio o inconclusivo, potendo tuttavia ora essere utilmente sottoposti a indagine genetica alla luce dell'incremento della sensibilità analitica raggiunta dai più recenti kit commerciali di caratterizzazione del profilo di dna e della più evoluta strumentazione di laboratorio, non essendo poi, evidentemente, mai stati comparati con il dna dell'attuale indagato". Nel dettaglio, sono stati conservati e verranno analizzati anche "un piattino di plastica, due vaschette vuote di fruttolo, un contenitore vuoto di EstaThe con cannuccia, plastica della confezione del fruttolo, confezione di plastica vuota contenente all'origine verosimilmente biscotti, un sacchetto di plastica di coloro celeste utilizzato come pattumiera, due sacchetti di plastica di colore celeste utilizzati per effettuare operazioni di ispezioni e repertamento del contenuto della spazzatura e un sacchetto contenente dei cereali". In passato questi oggetti non erano stati giudicati utili, non c'era infatti nessun motivo che lasciasse pensare che l'assassino avesse potuto toccare questo tipo di materiale. Ora verrano analizzato per la prima volta.

Quali sono le impronte che verranno analizzate nell'incidente probatorio

Oltre agli oggetti recuperati sulla scena del crimine verranno analizzati 30 para-adesivi delle impronte trovare sulla scena del crimine. Si tratta degli "adesivi usati all'epoca per asportare le impronte esaltate con polveri esaltatrici che agiscono con la componente idrica dell'impronta digitale che poi vengono asportate con lo specifico adesivo", ha spiegato a Fanpage.it l'ex poliziotto Dario Redaelli, l'esperto di analisi della scena del crimine e consulente dal 2014 della famiglia Poggi. Tra i para-adesivi non ci sarà la traccia 33 ovvero la traccia trovata vicino al cadavere di Chiara Poggi e attribuita solo recentemente ad Andrea Sempio dopo che l'indagato nei mesi scorsi si era sottoposto al prelievo delle impronte. L'impronta era stata già analizzata in passato: non era stata giudicata insanguinata e non era risultato nessun materiale genetico.

"L'impronta 33 è un'impronta che venne evidenziata con la ninidrina che è un componente chimico che reagisce con la parte proteica dell'impronta, con gli amminoacidi. E non può essere asportata: deve essere unicamente fotografata come è stato fatto all'epoca. Ora la fotografia di questa impronta è quella che si utilizza ancora oggi per le attribuzioni", aveva spiegato Redaelli. Per fare le analisi era stato prelevato l'intonaco dell'impronta: questo però è stato consumato durante l'accertamento quindi non più a disposizione. Ecco quindi perché non finirà nel laboratori dei nuovi periti.

Sarà invece tra i para-adesivi l'impronta numero 10, ovvero quella presente sulla porta d'acceso alla casa dei Poggi, dalla parte interna. Questa impronta non è mai stata attribuita.

Nominato il dattiloscopista della difesa di Andrea Sempio

Proprio perché nell'incidente probatorio verranno fatti accertamenti sulle impronte, la difesa di Andrea Sempio ha nominato ieri 16 giugno un altro consulente. Si tratta di Luigi Bisogno, ex ispettore superiore della Polizia di Stato in pensione dal 2010 e che ha lavorato, come esperto di impronte e scena del crimine, per quasi 25 anni al Gabinetto Interregionale della Polizia Scientifica della Questura di Napoli, occupandosi di diversi casi di omicidio e cold case. Una nomina, decisa dai legali Massimo Lovati e Angela Taccia affiancati da Garofano, è stata depositata ieri a poche ore dall'inizio degli accertamenti.

La difesa di Sempio già nell'ultima udienza in vista dei maxi accertamenti genetici si era riservata, infatti, di nominare un dattiloscopista dal momento che sia la giudice che le altre parti hanno nominato esperti su questo fronte.

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