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Aggredita dal branco in spiaggia l’attivista trans Porpora Marcasciano: “Venti minuti di terrore”

“Il gergo era quello omofobo. Continuo a interrogarmi sul fatto che io ci sia ancora, che possa denunciare” ha dichiarato l’attivista per i diritti LGBT e consigliera comunale Porpora Marcasciano.
A cura di Antonio Palma
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"Venti minuti di terrore, in balia di cinque balordi, in cui ho percepito impotenza, frustrazione e terrore" così la storica attivista per i diritti LGBT e consigliera comunale Porpora Marcasciano  ha descritto la terribile aggressione omofoba di cui è stata vittima nei giorni scorsi  da parte di un branco di giovani mentre era in vacanza sulle coste adriatiche.

A raccontare i fatti è stata la stessa consigliera comunale nonché presidente della commissione pari opportunità del Comune di Bologna. L‘episodio risale a una settimana fa ma solo nelle scorse ore l'attivista lo ha rivelato pubblicamente, trovando la forza di raccontare quanto subito dopo il pesante shock che l'ha colpita

L'episodio risale al primo pomeriggio del 24 agosto mentre Porpora Marcasciano  si godeva il sole in una spiaggetta della costa Adriatica che frequenta oramai da dieci anni. "Il branco si è violentemente palesato senza darmi il tempo e il modo di pensare alla fuga" ha raccontato l'attivista che ha pensato seriamente di poter essere uccisa. "Continuo a interrogarmi sul fatto che io ci sia ancora, che possa denunciare e, non so per quale profonda protezione, sono ancora qui a poter scrivere" sui legge in un post Facebook.

"Il capo branco ha cominciato in modo soft, quasi gentile ad avviare un discorso che diventava man mano sempre più brutto, minaccioso, violento. Il gergo era quello omofobo con tutti gli epiteti di cui vi risparmio. Poi il brutto ceffo si è avvicinato, quasi a toccarmi e con un coltello continuava a ripetere che appena lo avessi sfiorato mi avrebbe tagliato la gola. Cercava l’appiglio ed io ero certa, certissima che lo avrebbe trovato da li a poco" ha raccontato la vittima dell'aggressione.

"Molti mi hanno chiesto di dirlo, denunciare ma a dire il vero, non riuscivo e forse non riesco ancora a scrollarmi di dosso quella brutta sensazione che mi rende impotente. Sono stati giorni di pensieri, tanti pensieri che mi annullavano lasciandomi in quella sensazione di frustrante annichilimento che mi ha accompagnata in quei tragici interminabili venti minuti. Eppure devo farlo, anche a distanza di quasi una settimana, lo devo a tutte le persone vittime di questa assurda violenza diventata oramai endemica e lo è perché essa è sistemica. I troppi omicidi di donne, i troppi omicidi di trans, le troppe aggressioni a gay, lesbiche e i diversi di ogni tipo" ha scritto Porpora Marcasciano, concludendo: "L’assurdità dell’accaduto la sua imprevedibilità continuano a interrogare la mia coscienza, dovrebbero interrogare quella di tutte e tutti noi".

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