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Addio caro vecchio libretto: gli assegni bancari vanno in pensione

Gli assegni rischiano di andare in pensione. IntesaSanPaolo è il primo gruppo ad annunciare ai propri correnti che dal prossimo 8 maggio gli assegni non saranno più utilizzabili, salvo richiesta diversa.
A cura di Chiara Ammendola
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Un assegno bancario (Immagine di repertorio)
Un assegno bancario (Immagine di repertorio)

La prima ad annunciare il ritiro del caro vecchio libretto d'assegni è il gruppo Intesa San Paolo che in queste ore ha informato i propri clienti che a partire dall'8 maggio gli assegni non saranno più utilizzabili. Una pensione anticipata per un prodotto ormai desueto che rischia di scomparire in maniera definitiva.

Nei prossimi mesi infatti anche gli altri gruppi bancari potrebbero decidere di eliminare una volta per tutte i pagamenti diversi da quelli digitali, ritirando gli assegni ai propri correntisti. Di fatto sono davvero poche le persone che ancora si affidano agli assegni, in sostituzione dei contanti o dei bonifici, per effettuare i propri pagamenti.

Secondo Bankitalia nel 2022 i pagamenti con questo strumento sono stati inferiori all’1%, ma è pur vero che ci sono operazioni che non possono prescindere ancora dall’assegno, come quando si acquista una casa e al momento del rogito è richiesto il pagamento con con assegni circolari non trasferibili intestati al venditore.

Al momento IntesaSanPaolo ha informato i clienti che da tempo non fanno uso dell’assegno che dal mese di maggio ritirerà gli assegni, ma non si tratta di una decisione definitiva. Qualora il cliente comunichi l’intenzione di continuare a farne uso il gruppo è disposto a fare marcia indietro.

“Ti informiamo inoltre, che a partire dalla stessa data – continua la comunicazione – potrai effettuare online bonifici istantanei senza alcuna commissione aggiuntiva, allo stesso costo del bonifico Italia”. “Molti clienti non usano praticamente più gli assegni cartacei – dicono da Intesa Sanpaolo – abbiamo offerto loro una modalità alternativa di pagamento, digitale, quindi più immediata e ovviamente a parità di condizioni economiche”.

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