Acquistano vecchi ruderi in Friuli, durante i lavori di restauro spunta una sorpresa

È una storia che ha inizio nel 2002 quella raccontata dai coniugi triestini Claudio e Bruna Pizzi e ambientata in Friuli Venezia Giulia. A raccontarla riportando le parole della coppia – entrambi sono maestri di scuola – è il quotidiano Il Messaggero. Nel 2012 la coppia ha detto di aver acquistato, dopo tante peripezie, un vecchio complesso di edifici a Joannis di Aiello del Friuli. “Siamo stati degli incoscienti – ha detto Bruna -; ci siamo imbarcati in un’avventura che ci ha fatto parecchio penare ma che ci ha dato tantissimo e che continua a regalarci sorprese”. Durante i lavori di restauro e quando era ormai arrivato il momento di fare il primo getto di cemento la coppia ha deciso di fare prima un buco in terra: “Sentivo che c’era qualcosa che mi diceva di scavare prima di quell’operazione e ho chiesto a mio marito di fare un buco, in terra. Lui mi ha accontentato. Ho messo il piede in un punto e gli ho detto di puntare lì la vanga”, ha raccontato Bruna che, in effetti, aveva ragione. Sotto un metro circa appare un osso umano. “Appare lei, cui non ho dato un nome, ma sapevo voleva farsi trovare, dopo oltre mille anni”, ha continuato parlando di uno scheletro, con corredo, di una giovane donna.
“Grazie a lei abbiamo trovato anche tutti gli altri – continua il racconto dei due coniugi – si stima siamo oltre 200, e finora ne abbiamo trovati 55”. “Erano genti slave, con le loro divinità, che si fecero seppellire, come loro uso, con il corredo, ma vicino alla chiesa – ha spiegato ancora Bruna -; perché, chissà, forse quel dio cristiano che avevano conosciuto qui, poteva essere più potente del loro”. “Andiamo avanti un po’ alla volta, con fatica, con il prezioso aiuto delle archeologhe dell’Università di Udine che studiano questa necropoli senza guardare le lancette dell’orologio”, ha ammesso la coppia.