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Abruzzo, domani a lavoro 6mila operai Sevel. La Regione: “Procuratevi mascherine anche di stoffa”

Domani, con una settimana di anticipo rispetto all’inizio della Fase 2, riapre la Sevel di Atessa, azienda del gruppo FCA che produce furgoni e in cui lavorano oltre 6mila operai, molti dei quali raggiungeranno in autobus lo stabilimento. Ma saranno garantite le condizioni di sicurezza sui pullman? E verranno forniti agli operai mascherine adeguate? La Regione li invita ad arrangiarsi: “Proteggetevi con un pezzo di stoffa”.
A cura di Davide Falcioni
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È considerata il motore produttivo d'Abruzzo: la Sevel di Atessa, in provincia di Chieti, domani riaprirà i battenti in anticipo di una settimana rispetto all'inizio della cosiddetta Fase 2 che prenderà il via il 4 maggio. Da domattina, 27 aprile, gran parte dei 6.580 dipendenti dell'azienda, controllata al 50% dai Gruppi FCA e PSA e leader nella produzione di veicoli commerciali leggeri, con un fatturato lo scorso anno pari a 4,1 miliardi di euro, tornerà a produrre furgoni movimentando, oltre ai dipendenti interni, migliaia di lavoratori dell'indotto. Nello stabilimento di Atessa, dove nel 2019 Sevel  ha "sfornato"  oltre 293 mila veicoli, sarebbe tutto pronto per riprendere la produzione. I dirigenti dell'azienda nei giorni scorsi hanno comunicato alla Prefettura di Chieti l'intenzione di riaprire motivando la decisione di anticipare i tempi con la strategicità e l’essenzialità della produzione di furgoni. Contattato da Fanpage.it, il capo di gabinetto del prefetto Giacomo Barbato ha confermato che lo stabilimento riaprirà essendo stata garantita l'applicazione, tra le linee produttive, di rigorose misure di sicurezza.

A destare preoccupazione è però la movimentazione di migliaia di operai e impiegati della Sevel: non tutti infatti si recano al lavoro non l'auto privata e sono moltissimi quelli che lo fanno utilizzando i "bus operai" che ogni giorno raggiungono lo stabilimento di Atessa, mezzi che prima dell'esplosione dell'epidemia di coronavirus venivano ogni giorno riempiti ma che da domani dovranno necessariamente prevedere un distanziamento tra i passeggeri. Per questo sta facendo molto discutere una lettera inviata dalla Regione Abruzzo che, di fatto, scarica sulle aziende di trasporto e sui lavoratori la responsabilità di provvedere alla sicurezza. A denunciarla Marco Fars e Maurizio Acerbo, rispettivamente segretario regionale e provinciale di Rifondazione Comunista secondo i quali non esisterebbe nessun piano per tutelare la salute durante il tragitto casa-lavoro. "La Regione Abruzzo si limita ad emanare una serie di consigli scaricando i problemi sugli utenti e sulle aziende di trasporto. La cosa è oltremodo scandalosa". La lettera della Regione, infatti, "contiene una serie di raccomandazioni generiche al limite del ridicolo scaricando sui lavoratori stessi l’onere di tutelarsi. Ad esempio al posto di prevedere un piano per la distribuzione di mascherine adeguate si invitano i lavoratori a provvedere in proprio anche magari con qualche pezzetto di stoffa raccattato al volo". Non va meglio alle aziende che forniscono il servizio di trasporto alle quali viene chiesto di adeguarsi a misure di sicurezza senza garantire loro "nessun sostegno adeguato per gli oneri che ne derivano". La Regione Abruzzo, ad esempio, invita esplicitamente gli autisti a saltare le fermate qualora i bus dovessero risultare già troppo affollati. Ma senza quel mezzo di trasporto, come potrà il lavoratore raggiungere lo stabilimento?

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