A più di 80 anni dona il rene alla figlia e le salva la vita: “L’età non deve essere un ostacolo”

A più di 80 anni un uomo ha donato un rene alla figlia. È successo all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, dove nelle scorse settimane è stato eseguito un trapianto renale da donatore vivente, su una coppia padre-figlia. Non si è tirato indietro l’ottuagenario che ha donato l’organo per salvare la vita della figlia. A rendere significativo questo trapianto è stata soprattutto l’età del padre che ha deciso di donare.
Anche se con più di 80 anni, secondo l’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc), l’uomo si trovava in "condizioni cliniche ottimali, tali da poter donare l’organo senza senza correre alcun rischio".
“In questo trapianto ciò che colpisce è proprio l’età del donatore. Il messaggio che vogliamo trasmettere è che l’età avanzata non deve essere automaticamente considerata un limite alla donazione. L’invecchiamento dell’organo è un processo soggettivo e, in alcuni casi, non rappresenta un ostacolo alla possibilità di donare a un soggetto più giovane. Essere anziani non significa non poter donare”, ha detto Giuliano Boscutti, direttore della Struttura di Nefrologia.
L’intervento è stato portato a termine con grande successo dall’equipe della clinica chirurgica che ha goduto anche del supporto e dell’organizzazione della Struttura di Nefrologia e Dialisi. Entrambi i pazienti stanno bene e non hanno riportato nessuna complicazione post-operatoria. L’Ausfc ha riferito che la donna che ha ricevuto l’organo gode di buona salute e di una funzionalità renale stabile.
Dall’inizio del 2025, sono già stati fatti 6 trapianti di rene da donatore vivente, su un totale di 46 trapianti complessivi. Dal 2020, anno in cui è ripresa questa attività, i trapianti da vivente sono stati 33.
“L’obiettivo dell’azienda sanitaria è di aumentare sempre di più questo tipo di interventi, che in futuro potrebbero arrivare a rappresentare circa il 20% dei 60 trapianti di rene che si fanno ogni anno a Udine”, spiega Patrizia Tulussi della Struttura di Nefrologia.