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A Modena il primo trapianto di fegato con robot in Italia e il terzo al mondo

L’intervento, di tipo mini-invasivo, è durato 10 ore ed è stato svolto lo scorso 20 febbraio dall’equipe del professor Fabrizio Di Benedetto. Il paziente è stato dimesso dopo pochi giorni.
A cura di Davide Falcioni
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Immagine di repertorio
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Per la prima volta in Italia è stato eseguito un trapianto di fegato con tecnica completamente robotica: è accaduto al Policlinico di Modena e a livello mondiale ci sono solo due precedenti, ovvero Washington e Lisbona. L'intervento, di tipo mini-invasivo, è durato 10 ore ed è stato svolto lo scorso 20 febbraio dall'equipe del professor Fabrizio Di Benedetto, docente Unimore, direttore Chirurgia Oncologica, Epatobiliopancreatica e Trapianti di fegato del Policlinico, su un paziente di 66 anni affetto da tumore, dimesso dall'ospedale dopo soli quattro giorni dall'operazione; ora sta bene. Sempre al Policlinico nelle settimane successive ne sono stati eseguiti altri tre, tutti su pazienti con tumore al fegato o cirrosi epatica, tra i 50 e i 60 anni.

Il primo trapianto totalmente robotico è stato illustrato nella sede della Regione Emilia-Romagna dall'assessore regionale alla sanità Raffaele Donini, dal dg dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena Claudio Vagnini, il rettore dell'Università Carlo Adolfo Porro, dal sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli e da Di Benedetto. "Un risultato straordinario, che conferma l'eccellenza della rete trapiantologica e della sanità pubblica dell'Emilia-Romagna – sottolinea Donini – Non è stato un caso isolato, è un programma che vogliamo portare avanti, investendo nella tecnologia robotica".

Il robot in sala operatoria è guidato passo passo dalle mani esperte dei chirurghi adeguatamente formati. Si esegue una piccola incisione di 10 centimetri intorno all'ombelico per rimuovere il fegato malato e alloggiare il nuovo fegato donato. "Sono grandissimi i vantaggi di questa tecnica – spiega Di Benedetto – a partire da una degenza molto breve, in media ridotta di un terzo rispetto ai trapianti classici; inoltre si ha assenza di dolore post-operatorio. Il paziente si riprende prima perché il robot si muove in modo più delicato, non si manipolano mai con le mani gli organi, come fosse un pianista che suona".

Lo scopo è quello di eseguire con tecnica robotica l'8-10% dei trapianti di fegato annuali: nel 2023 il Centro Trapianti di Modena con 150 interventi è stato il secondo polo italiano dopo Torino.

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