0 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

A che punto sono le indagini sul neonato morto sulla nave da crociera e di cosa è accusata la mamma

La 28enne filippina Chan Jheansel Pia Salahid, mamma del bambino nato a bordo della nave da crociera “Silver Whisper”, è accusata di omicidio volontario; determinante sarà però il risultato dell’autopsia che verrà eseguita sul corpo del piccolo.
A cura di Davide Falcioni
0 CONDIVISIONI
Immagine

La morte del neonato sulla nave da crociera "Silver Whisper" è stata causata dalla negligenza di sua madre, la 28enne filippina Chan Jheansel Pia Salahid, oppure da un atto volontario della donna? È intorno a questa domanda che ruota l'inchiesta aperta dalla Procura d Grosseto, chiamata a fare luce sul decesso di un bambino nato venerdì scorso a bordo dell'imbarcazione e figlio di una donna assunta come addetta alle pulizie. La mamma, difesa dall’avvocato Giovanni Di Meglio, ai carabinieri del reparto operativo di Grosseto ha detto di aver dato alla luce suo figlio di nascosto per il timore di perdere il lavoro, e di averlo allattato ogni volta che è stato necessario riponendo il bimbo nell’armadietto della sua cabina per evitare che cadesse dal letto, avendo cura di lasciare gli sportelli aperti affinché potesse respirare.

Una versione che tuttavia non coincide con quella degli investigatori che, nel decreto di fermo, affermano che il piccolo non avrebbe ricevuto per ore e ore le cure necessarie mentre la mamma sarebbe stata intenta a svolgere i turni di lavoro. Per questo il sostituto procuratore Giovanni Di Marco ha formalizzato nei confronti di Chan Jheansel Pia Salahid l'accusa di omicidio volontario, mentre le due colleghe di lavoro che condividevano con lei la cabina – Mutundu Dorcas Njuguini, originaria del Kenya, di 25 anni, e Mphela Kgothadso Mabel Jasmine, 29enne del Sud Africa – di concorso in omicidio.

Queste ultime avrebbero aiutato la neo mamma a partorire, avrebbero fatto sparire il cordone ombelicale, e sarebbero state complici nel coprire il comportamento "irresponsabile" della 28enne filippina nei confronti del figlio neonato. Lunedì sera le tre le donne sono state arrestate e condotte nella sezione femminile del carcere fiorentino di Sollicciano, dove nei prossimi giorni si svolgerà l'interrogatorio di garanzia con la mediazione di un interprete.

Determinanti saranno poi le risposte che arriveranno dall'autopsia: l'incarico verrà conferito venerdì prossimo, 24 maggio, dal pubblico ministero Di Marco al professor Mario Gabrielli, direttore del dipartimento di medicina legale dell'Università di Siena, e al al dottor Paolo Toti, specialista di anatomia patologica. L'esame verrà eseguito all'obitorio dell'ospedale Misericordia di Grosseto, dove il corpicino del neonato è stato portato fin dalla notte di domenica 19 maggio quando nella cabina della nave è stata fatta la macabra scoperta da carabinieri della compagnia di Orbetello che sono saliti a bordo dopo che era stato dato l'allarme. Da una prima ricognizione cadaverica sul corpo del piccolo, condotta dal medico legale, non sarebbero stati riscontrati segni di violenza o soffocamento e questo farebbe ipotizzare che il bimbo sia morto di stenti, lasciato senza latte e cure per ore, ad appena nemmeno 48 ore dalla nascita.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views