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Isis rivendica attacco Toronto, polizia: “Non ci sono prove del legame con Stato Islamico”

L’attacco a Toronto di domenica sera nel quale sono morte due persone è stato rivendicato all’Isis . L’autore dell’attentato, il ventinovenne Faisal Hussein, era un “soldato dello Stato islamico che ha condotto l’attacco in risposta agli appelli di colpire i cittadini dei Paesi della coalizione” hanno scritto tramite l’agenzia di stampa Amaq. Per la polizia locale però non ci sono prove a sostegno si questa tesi.
A cura di Susanna Picone
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Con un comunicato diffuso in Rete dal suo organo di propaganda “Amaq” lo Stato Islamico ha rivendicato l'attacco avvenuto il 22 luglio a Toronto, in Canada. Domenica sera intorno alle 22 un uomo aveva aperto il fuoco in una strada trafficata del quartiere greco della città canadese uccidendo una ragazza di diciotto anni – il suo nome era Reese Fallon – e una bambina di dieci anni, Julianna Kozis. La strada teatro dell’attacco, piena di negozi e ristoranti, era particolarmente affollata di domenica sera. Oltre alle due giovani vittime, tredici persone sono rimaste ferite nell’attacco e lo stesso killer è morto sembra dopo uno scambio a fuoco con la polizia. La rivendicazione dell’Isis è stata diffusa tre giorni dopo l'attacco tramite l’agenzia di propaganda che si è limitata a definire l’attentatore Faisal Hussainun giovane di ventinove anni con noti problemi mentali, un “soldato dello Stato Islamico che ha condotto l'attacco in risposta agli appelli di colpire i cittadini dei Paesi della coalizione”.

Per la polizia canadese però al momento non ci sono prove del fatto che la sparatoria messa in atto da Faisal Hussain sia collegata all'ISIS. "In questa fase, non abbiamo prove per supportare queste affermazioni", ha dichiarato infatti il capo della polizia di Toronto Mark Saunders, aggiungendo: "Continueremo a esplorare ogni strada investigativa includendo interrogatori a coloro che conoscevano il signor Hussain, rivedendo la sua attività online e esaminando le sua situazione con i problemi si salute mentale". Del resto l'Isis non ha fornito alcuna prova limitandosi a  mettere il cappello sull'episodio come già accaduto in altri casi.

Le parole della famiglia dell'attentatore di Toronto – A diffondere il nome dell’attentatore era stato il corpo speciale della polizia dell'Ontario che però non aveva precisato quale possa essere stato il movente dell'aggressione. L'attentatore, stando a quanto avrebbe ammesso la sua stessa famiglia, soffriva di psicosi e depressione. “Nostro figlio aveva gravi problemi mentali, ha lottato per tutta la sua vita con psicosi e stati di depressione”, hanno spiegato in un comunicato i familiari, aggiungendo che il giovane era stato sottoposto a diverse terapie mediche, ma senza ottenere risultati significativi. “Anche se abbiamo fatto del nostro meglio per aiutarlo attraverso la sua vita di stenti e di dolore, non avremmo mai immaginato che ci potesse essere una fine così devastante e rovinosa. I nostri cuori sono a pezzi per le vittime e per la nostra città”, recita il comunicato della famiglia.

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