Ashley Olsen, avvocati Cheik: “Strozzata da un’altra persona dopo che lui è andato via”
Ashley Olsen, la 35enne americana trovata morta nel suo appartamento di Firenze lo scorso 9 gennaio, è stata strangolata. Il decesso deve essere collocato fra le 9 e le 15 dell'8 gennaio 2016. La temperatura corporea e l'analisi dell'umor vitreo fanno ritenere che la donna abbia cessato di vivere fra le 12 e le 12,30 dell'8 gennaio. Quattro mesi dopo il delitto di via Santa Monaca è la relazione dei medici legali Martina Focardi e Marco Palandri a fornire ulteriori elementi e forse a riaprire il caso. Le conclusioni della consulenza medico legale rafforzano infatti la convinzione degli avvocati difensori di Cheik Diaw, il 28enne senegalese accusato dell'omicidio, che dalle indagini emerga uno scenario alternativo. Cheik, fermato poco dopo il ritrovamento del corpo di Ashley da parte del suo fidanzato, ha ammesso di aver conosciuto la donna nella notte fra il 7 e l'8 gennaio in un locale di Firenze, di averla poi accompagnata a casa dove i due avrebbero bevuto, consumato droga e fatto sesso. L’uomo ha confessato di aver perso la testa quando l’americana aveva cercato di spingerlo fuori di casa e di averla spintonata facendole sbattere la testa a terra. Ma allo stesso tempo ha negato di averla strangolata. E se Ashley è morta per asfissia tra le 12 e le 12.30 gli avvocati fanno notare che il presunto assassino non era neppure più in casa.
Per la procura l’impianto accusatorio nei confronti del senegalese resta inalterato – Cheik Diaw alle 11,30 è stato immortalato dalle telecamere in strada: era quindi già andato via dall’abitazione della vittima e teatro del delitto. Per la procura la consulenza medico-legale non modifica il quadro accusatorio contro Cheik mentre i suoi avvocati ritengono possibile l'intervento di un'altra persona che, dopo che il 28enne è andato via, potrebbe aver strozzato Ashley Olsen, già gravemente sofferente per le lesioni alla testa causate dalla caduta e debole per colpa dell’alcool e della droga. Un’ipotesi, secondo gli avvocati, rafforzata dalla presenza, sotto le unghie di alcune dita di Ashley, del dna di terze persone. I legali difensori di Cheik chiederanno dunque la scarcerazione del loro assistito.