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La Camera approva il ddl anticorruzione

Dopo le tre fiducie al Governo, alla Camera dei deputati oggi il voto finale sul ddl anticorruzione che poi passerà al Senato. Tra le novità l’incandidabilità dei condannati, la corruzione tra privati e il traffico di influenze.
A cura di Antonio Palma
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Alla Camera il voto finale sul ddl anticorruzione

Ore 13.47 – La Camera ha approvato il ddl anticorruzione con 354 voti favorevoli, 25 contrari e 102 astenuti. Il voto finale è arrivato solo dopo un voto sulle modifiche formali richiesto dalla Lega Nord.  Il testo del disegno di legge passa ora al Senato dove probabilmente sarà modificato in più punti come annunciato dal capogruppo del Pdl Cicchitto, che ha attaccato duramente il Ministro Severino per la scelta della fiducia.

Ore 13.45 – Viste le opposizioni della Lega alle correzioni formali il Presidente della Camera ha messo ai voti le correzioni per stabilire se si tratti effettivamente solo di forma e non di cambiamenti sostanziali. L'Aula ha votato a favore.

Ore 13.38 – Bagarre prima del voto finale sul ddl anticorruzione per le correzioni formali al testo lette dalla deputata Bongiorno che molti deputati non conoscevano e dunque hanno tentato di bloccare.

La Camera dei deputati si appresta a varare definitivamente il testo del disegno di legge sulla corruzione dopo aver votato ieri le tre fiducie al Governo sugli articoli 10, 13 e 14. Nonostante il voto schiacciante in Aula, però, non sono mancati i distinguo tra i partiti e all'interno di essi. Alcuni gruppi come Fli e Popolo e Territorio si sono astenuti su uno dei tre articoli votando gli altri, mentre non pochi sono stati i deputati che hanno preferito astenersi  o uscire dall'aula in contrasto con le indicazioni del partito. Tutto questo fa temere, come molti hanno prospettato, una nuova modifica del ddl anticorruzione al Senato che già lo aveva approvato in prima lettura.

Intanto sembrano placarsi le polemiche soprattutto sull'articolo 10 del ddl, quello che prevede la delega al Governo per l'incandidabilità dei condannati, che per molti rischia di esser applicabile solo dal 2018. L'esecutivo ha assicurato attraverso le parole del ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, che il termine della delega a un anno è un termine massimo e che il Governo ha intenzione invece di esercitarla immediatamente. Ad ogni modo la Camera ha approvato questa mattina, con il parere favorevole del Governo, un ordine del giorno del Pd che impegna l'Esecutivo ad esercitare la delega entro 4 mesi dall'approvazione del disegno di legge. Il tema era evidentemente molto sentito, visto che durante il voto quasi tutti i gruppi parlamentari, dall'Idv al Pdl, dalla Lega al Terzo Polo, hanno voluto apporre la firma al testo dell'ordine del giorno.

Dopo l'esame dei 43 ordini del giorno concluso questa mattina, la seduta a Montecitorio è stata sospesa e riprenderà alle 12 con le dichiarazioni di voto dei gruppi e il conseguente voto finale sul ddl anticorruzione. Tra le novità numerose modifiche al codice penale, oltre all'incandidabilità a qualsiasi carica elettiva e il divieto di ricoprire le cariche di presidente e di componente dei consigli di amministrazione delle unioni di comuni, delle aziende speciali e delle comunità montane per i soggetti condannati in via definitiva per reati gravi. Aumentate inoltre le pene per il reato di peculato, introdotti i reati di corruzione tra privati e traffico di influenze, che però il Pdl vuole modificare al Senato. Ridefinito poi il reato di concussione in quanto verranno puniti sia il pubblico ufficiale sia il privato che dà o promette utilità, mentre sono ridotti gli anni per la prescrizione. La prima modifica ha visto la netta opposizione dell'Idv e di Di Pietro, mentre contro la seconda si è battuto a lungo il Pdl perché permetterebbe a Penati di salvarsi dal giudizio del tribunale.

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