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Adolescente picchiata dalle bulle perché troppo bella, 6 ragazzine alla sbarra

L’adolescente, una quindicenne del Riminese, fu picchiata nel dicembre del 2013 da sei bulle gelose dei suoi successi personali e della sua bellezza. Di quella spedizione punitiva ora le ragazze sono chiamate a rispondere davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale dei minori.
A cura di Susanna Picone
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Nel dicembre del 2013 una studentessa di quindici anni del Riminese fu accerchiata, insultata e poi picchiata, colpita a sangue da una banda di bulle in una discoteca di Misano. Ragazzine, che all’epoca dei fatti avevano tra i quattordici e i quindici anni, gelose dei successi personali della vittima e soprattutto della sua bellezza. A quanto pare – a ricostruire la vicenda è il Resto del Carlino – la quindicenne pestata aveva fatto colpo su un ragazzo poco più grande di cui era innamorata una delle bulle. E per questo andava punita. Così in sei le tirarono i capelli con inaudita violenza, la ricoprirono di calci e pugni e continuarono a seguirla anche quando tentò di ripararsi nell’auto di un amico. Lì le sei ragazze, stando all’accusa, riuscirono a scaraventarla fuori dall’auto e a picchiarla ancora selvaggiamente. “Dovevi sentire come urlava, i suoi capelli erano nelle mani della gente”, si erano poi anche vantate di quell’aggressione selvaggia su Ask.

Responsabili dell’aggressione ragazzine riminesi di buona famiglia – Ora, di quella spedizione punitiva, le sei bulle sono chiamate a rispondere davanti ai giudice per le udienze preliminari del tribunale dei minorenni. Si tratta di sei ragazze, tutte riminesi e di buona famiglia, che si troveranno davanti al gup il prossimo 9 febbraio. In quella data sapranno se il giudice le rinvierà a processo. Le sei ragazze sono accusate, a vario titolo, di percosse, lesioni personali aggravate dai futili motivi, ingiurie, violenza privata. I genitori della vittima, tramite l’avvocato Stefano Caroli, avevano subito presentato denuncia dopo che la figlia era stata costretta a ricorrere alle cure del pronto soccorso per le lesioni riportate. “La mia cliente è stata seguita da uno psicologo per molto tempo perché aveva paura ad uscire di casa. Troppo lo choc subito – ha detto l’avvocato –. Da allora mai una parola di scusa né dalle ragazze né dalle loro famiglie. E questo è ancora più inaccettabile”.

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