video suggerito
video suggerito

Meloni difende il decreto Sicurezza e attacca il referendum sulla cittadinanza: “Contrarissima, non serve”

Meloni torna a difendere il decreto Sicurezza approvato ieri in via definitiva dal Senato e spiega perché ha deciso che non ritirerà la scheda per i referendum dell’8 e 9 giugno: “L’astensione è un’opzione”. E sulla cittadinanza attacca: “Contrarissima, la legge Italiana è ottima”.
A cura di Giulia Casula
1.204 CONDIVISIONI
Immagine

Giorgia Meloni ha spiegato perché ha deciso di andare al seggio per i referendum dell'8 e 9 giugno, ma di non ritirare la scheda senza contribuire così al raggiungimento del quorum. "Banalmente ho detto che andrò al seggio perché sono un presidente del Consiglio e penso sia giusto dare un segnale di rispetto nei confronti delle urne e dell'istituto referendario. Poi non condivido i contenuti dei referendum e, come sempre nella storia della nazione, quando non si condividono c'è anche l'opzione dell'astensione. Perché come ci insegna un partito serio in Italia non votare al referendum è un mio diritto, è un diritto di tutti, dei lavoratori e non", ha dichiarato.

Ospite della seconda edizione de "Il giorno de La Verità", a Palazzo Brancaccio, a Roma, la premier ha ricordato che "nella storia della repubblica italiana tutti i partiti hanno fatto campagne per l'astensione quando non condividevano i referendum, i diritti valgono per tutti. Non votare al referendum è un mio diritto, è un diritto di tutti dei lavoratori e dei non lavoratori solo di sinistra o dei lavoratori e non lavoratori che non sono di sinistra?", ha detto ancora agitando un vecchio manifesto dei Democratici di Sinistra in cui si rivendicava il diritto all'astensione in occasione del referendum del 15 e 16 giugno del 2003.

In particolare, sul quesito relativo alla cittadinanza, Meloni si è detta "contrarissima a dimezzare i tempi" mentre su quelli sul lavoro non si è espressa, derubricandoli a "questioni interne alla sinistra". La legge sulla cittadinanza in Italia "è ottima, tra l'altro molto aperta" ha ribadito, sebbene i paletti previsti da una legge oramai risalente a più di trent'anni fa siano parecchio stringenti. "Noi siamo da svariato tempo tra le nazioni europee che ogni anno concedono il maggior numero di cittadinanze", ha detto ancora. Anche su questo punto, come abbiamo spiegato più volte, si potrebbe discutere dal momento che quei dati non tengono conto di alcuni aspetti, come ad esempio il numero dei residenti. E in ogni caso non danno un'indicazione della "generosità" di una legge che in realtà è piuttosto restrittiva. "Cosa diversa – ha aggiunto Meloni – è accelerare l'iter burocratico una volta che si ha il diritto per accedere alla cittadinanza: è una cosa che ci interessa e ci lavoriamo. Ma non contribuirò con il referendum a portare a cinque anni i termini per concedere la cittadinanza alle persone straniere in Italia".

La difesa di Meloni al dl Sicurezza: "Fiera delle norme, ne servono altre"

Meloni ha anche difeso il discusso decreto Sicurezza, che ieri è diventato legge. "Sono fiera delle norme contenute nel decreto Sicurezza e penso che ne servano altre. La sicurezza deve essere garantita dallo Stato. E lo Stato deve distinguere le persone per bene da quelle che non lo sono. Quindi, facciano tutto il cinema che vogliono, io sono orgogliosa", ha ripetuto.

La premier ha poi risposto alle accuse di autoritarismo arrivate dalle opposizioni, che definiscono il provvedimento liberticida e repressivo. "L'autoritarismo è una contrazione delle libertà: quali sono le libertà che noi staremmo comprimendo? Quella di scippare la gente, occupare le case, truffare gli anziani? Se la sinistra le considera libertà, io sono contenta e fiera di stare dall'altra parte", ha replicato.

Video thumbnail

"Niente ribaltoni: farò di tutto per arrivare a fine legislatura"

Meloni ha poi voluto mettere a tacere le voci sulle presunte tensioni interne al suo governo, in particolare tra i due vicepremier. "Non c'è stato alcuno screzio, nessuno bacchettava nessuno non sono una maestra, sono fiera dei miei ministri, fiera del lavoro di Salvini in un ministero complesso e di quello di Tajani in un momento internazionale complesso", ha dichiarato. "Che si tenti di osteggiare il governo mi sembra la cosa più naturale del mondo, che ci si riesca mi pare difficile, c'è una maggioranza compatta che lavora bene, la compattezza della maggioranza si vede dalla quantità di risposte che è in gradi di produrre al di là delle letture, mi pare che di risposte questo governo ne abbia date molte".

E sullo scenario che la sua squadra riesca a completare tutta la legislatura fino al 2027, ha detto: "lavoro perché questa legislatura arrivi alla fine con questo governo, è la sfida più grande. Niente ribaltoni: è una speranza di chi si deve confrontare poi con la realtà. La riforma più grande è la riforma della stabilità, fa la differenza. Farò di tutto per arrivare a fine legislatura", ha aggiunto.

Che cosa ha detto Meloni sul rapporto con Macron

"Tutto si può dire tranne che l'Italia sia isolata. L'Italia ha ritrovato protagonismo e lo ha fatto con autorevolezza", ha sottolineato Meloni a proposito delle polemiche per non aver preso parte ai vertici dei Paesi volenterosi sull'Ucraina. "Dopo la caduta dell'ultimo governo di centrodestra si è tentato di far passare il messaggio che l'unico ruolo possibile per l'Italia fosse di junior partner di Francia e Germania. Io sono un tantino più ambiziosa. L'Italia deve ricordarsi che è una grande nazione, una potenza economica, fondatrice di Ue e Nato, la cui centralità e peso sono riconosciuti all'estero se noi siamo consapevoli del nostro peso", ha detto ancora. "È importante andare d'accordo, avere buone relazioni con Francia e Germania. Ma l'Italia deve rivendicare una cooperazione fra pari e la sua autonomia come fanno tutti gli altri. Il ruolo dell'Italia non è di ruota di scorta di Francia e Germania".

Sul rapporto con Macron, che negli scorsi giorni è stato ospite a Palazzo Chigi dopo i dissidi degli ultimi mesi, Meloni si è mostrata serena. "Ci sono solo questo mese altri tre vertici, vedrò più Macron di mia figlia", ha scherzato. "Passerò praticamente 10 giorni con tutti gli altri leader, ci saranno molti altri incontri particolarmente nel mese di giugno, anche con Trump ce ne saranno di nuovo, al G7 e al vertice Nato ci vedremo, ci frequentiamo molto", ha proseguito.

Le trattative sui dazi e il legame con Trump

Quanto ai negoziati tra Usa e Ue sui dazi dopo lo tregua fino al prossimo 9 luglio, Meloni ritiene "che il lavoro diplomatico che l'Italia ha fatto per favorire un avvicinamento sia stato molto utile". "Dopodiché il dossier in sé non è nelle nostre mani, ma è nelle mani della Commissione, perché ovviamente non sono gli stati membri che trattano. Io ho dato i miei consigli alle persone che sono coinvolte", ha aggiunto, dicendosi "positiva sul fatto che continuando a favorire momenti di incontro alla fine si arriverà a una ricomposizione".

Sull'Ucraina i "segnali non sono incoraggianti"

Sull'Ucraina "i segnali non sono incoraggianti", ha dichiarato Meloni. "Purtroppo quello che accade in queste settimane racconta molto. Si aspettano chiari e repentini segnali di pace da parte della Russia" che invece "continua a rispondere alle aperture" dell'Ucraina con bombardamenti e proposte irricevibili. Putin "vuole tornare ai confini storici della Russia", ha osservato la premier, "confini che potrebbero coinvolgere la Moldova, i Baltici, la Polonia. Io continuo a sostenere l'Ucraina" anche perché se l'Ucraina fosse capitolata rapidamente noi ci saremmo trovati in una guerra più vicini a casa nostra", ha concluso.

Gaza, la premier: "Israele deve fermarsi"

Un altro dossier caldo è quello medio orientale, su cui Pd, Avs e M5s hanno promosso una manifestazione il prossimo sabato a Roma per denunciare il massacro in corso a Gaza. "Tutti gli attori della regione del Medio Oriente riconoscono l'Italia come uno degli interlocutori più seri e credibili, e questo mi basta. Penso che il Governo sia stato molto chiaro sin dall'inizio nel ricordare che questa guerra è stata iniziata da Hamas, che è anche il principale responsabile di una guerra che continua perché si rifiuta di liberare gli ostaggi", ha detto Meloni entrando nel merito delle polemiche sul silenzio del governo rispetto a quanto sta accadendo nella Striscia. "Abbiamo però anche detto che la legittima reazione di Israele ha assunto contorni inaccettabili e si devono fermare immediatamente tutelando la popolazione civile", ha aggiunto e riprendendo le parole del ministro Crosetto, ha detto: "Israele deve fermarsi. Io continuo a ritenere che gli attori chiavi di questa vicenda siano i paesi arabi e del Golfo. Bisogna dare una mano a questi Paesi", ha concluso.

Video thumbnail
1.204 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views